Anche se si circonda dei più improbabili titoli accademici, anche se riesce a farsi costruire – dalla moglie, va da sé – biografie che pretendono di accostarlo ad Angela Merkel se non addirittura a statisti al pari di Winston Churchill o di Konrad Adenauer, resta sempre un bullo di provincia. E per averne la controprova basta vedere con quanta superficialità e con quanta improntitudine ha predisposto la spesa di dieci milioni a favore della traballante editoria siciliana. La somma doveva servire per mantenere i livelli occupazionali soprattutto in quelle testate dove incombe il pericolo di massicci licenziamenti. Ma questo dettaglio al bullo è ovviamente sfuggito. E i dieci milioni di euro rischiano di diventare mance a fondo perduto per editori spregiudicati e leccaculisti sempre pronti a baciare la pantofola. Anche la più sporca, anche la più inquinata e impresentabile.