Sono finiti al commissariato Lady Non-ce-n’è-Covid e il suo web-manager con codazzo di boys e cameramen. Cazziati, multati, denunciati. Lo scopo era quasi benefico, (quasi, nessuno è missionario d’altronde: appena qualche effluvio di affari di piccolo cabotaggio): regalare alle masse il primo (e forse unico) reggaeton negazionista della storia della musica. E invece è andata a finire con «fornisca le generalità». Non proprio tutti dentro (come nel film giustizialista di Alberto Sordi) ma tutti davanti ai poliziotti che hanno contestato: occupazione abusiva e arbitraria di demanio pubblico in concessione, assenza di licenza di pubblica sicurezza e di agibilità del luogo, violazione della normativa per il contenimento del contagio del virus Covid-19.

E dire che, con una puntualità degna delle professioniste navigate, l’Elettra Lamborghini in sedicesimo del quartiere Noce, Angela Chianello, si era presentata puntuale sul set del suo primo video musicale, alle 7 del mattino, domenica sulla spiaggia di Mondello. Vestito, il solito: il tubino di lamè argentato (stavolta abbinato ad uno spolverino nero, utile a cader giù per suscitare wow! di seduzione) sdoganato in televisione alla sua prima apparizione da starlette in studio a Cologno Monzese da Barbara D’Urso che è stata la sua mentore ai tempi della stagione balneare quando Angela aveva conquistato in costume intero da ordinary housewife la curiosità del volgo e lo stupore dei virologi con la celebre asserzione scientifica, diventata poi tormentone popolare e fonte di merchandising, «non ce n’è Coviddi», rilasciata proprio all’inviata dell’anfitriona dei Pomeriggi Cinque e delle Domeniche Live.

Il titolo del brano – al video potrebbe seguire un disco in vendita forse sul mercato digitale ma non è esclusa la versione cd su bancarella – è «Non ce n’è, non ce n’é (Coviddi)». Una sorta di reggaeton, per l’appunto, buono da ballare twerkando alle feste, non si capisce quali dal momento che, pubbliche o private, sono tutte vietate causa Covid (ma a Palermo si potrebbero organizzare magari sui tetti dei condomini come ha insegnato l’altra webstar del primo lockdown, il pensionato Matteo): vabbè, diciamo che si potrebbe ballare anche passando lo straccio o spolverando la damina di biscuit, ché due o tre colpi di anca, facendo su e giù sulle cosce, sono quasi sostitutivi di un’ora di fitness (con le palestre chiuse…).

La starlette si era portata appresso sul set, oltre al suo agente (perché come ogni artista che si rispetti Angela ha il suo web-manager, ca va sans dire) e all’operatore, una ventina di sedicenti giovanissimi ballerini vestiti alla rapper, con outfit d’ordinanza che fa tanto figo nelle periferie urbane (t-shirt per tatuaggi panoramici sul bicipite nervoso, felpe, occhiali da sole e collanone, minigonne-chiodo, anfibi, qualche piercing) tutti ondeggianti al ritmo di una supposta coreografia.

Dopo la diffusione delle prime immagini, lanciate su social e giornali on line (ma è spuntato anche un altro set, con altri costumi di scena, tra palazzoni di borgata stavolta, e con outfit più metropolitano), il commissariato di Mondello – guidato da Manfredi Borsellino – li ha gentilmente convocati e il vicequestore avrà sicuramente chiesto loro chi fossero, cosa stessero facendo, se qualcuno li avesse autorizzati e soprattutto perché fossero così baldanzosamente assembrati per giunta senza portare i “dispositivi di sicurezza” (le mascherine) d’obbligo da quando circola il virus, ignaro forse, il poliziotto, che quest’ultima richiesta fosse un po’ pleonastica visto che si trovava di fronte alla reginetta del negazionismo (o comunque dell’irridente sottovalutazione della pandemia).

La prossima mossa a questo punto dovrebbe farla Santa Barbara da Cologno, la creatrice del «mostro» secondo gran parte del popolo e quella che, nel bene e nel male (specie in quest’ultimo) dà la corda a Frankenstein quando sta perdendo la carica: collegamento con la cucina-soggiorno del quartiere Noce con Angela in gramaglie che si sconquassa il petto di civico pentimento?, ospitata negli sfavillanti studi brianzoli con tanto di proposta del brano musicale cantato in playback dalla starlette panormita, stavolta coreografato e danzato da professionisti di Mediaset?, compartecipazione a una riabilitazione del personaggio da parte di tutta la rete ammiraglia del Biscione con ingresso nella Casa del Grande Fratello (Angela contro la contessa De Blanck, pensate…)? Barbara, ormai avvezza a dar voce più che alla pancia all’intestino crasso del Paese (l’altra sera attizzava la caciara del malcontento dei ristoratori da ristorare che aveva radunato sulle piazze ma intimava loro, al tempo stesso, il «tornate a casa che sono le dieci meno un quarto, dobbiamo rispettare il coprifuoco e tra cinque minuti faccio spegnere telecamere e microfoni!»), dovrebbe ricondurre Angela «non-ce-n’è-Coviddi», la sua «creatura», a una dimensione più umana, a più miti pretese come quando le fece raccontare i suoi precedenti guai con la giustizia per via di un furto commesso per poter pagare i funerali del figlio. Ma ci sono poche speranze che la convinca ad abbandonare il tubino di lamè argentato e a scendere giù da quell’onda su cui lei stessa l’ha spinta per un punticino in più di share.