I 13 mila e 400 voti ottenuti al primo turno non sono bastati a Lucio Greco per diventare sindaco di Gela. Non subito. Il candidato di Forza Italia e di una buona fetta del centrodestra, sotto alcune insegne civiche, sarà costretto ai supplementari da Giuseppe Spata, il candidato di Salvini che, oltre a Lega, Udc e Fratelli d’Italia, ha potuto contare sull’aiuto di Gaetano Armao e Giusy Bartolozzi, la coppia forzista (sulla carta) che occupa posizioni di prestigio a livello regionale e nazionale: il primo è vice-governatore e assessore all’Economia in Sicilia, secondo solo a Musumeci; la seconda è deputata nazionale a Montecitorio, eletta nel collegio di Gela alle ultime Politiche. “Grazie ai voti di Lucio Greco e del sottoscritto” sottolinea Michele Mancuso, deputato regionale di Forza Italia e coordinatore del partito nel Nisseno.

Mancuso non l’ha presa affatto bene. La royal family, qualche settimana fa, ha presenziato a un evento di Spata rompendo schemi e indugi. Spazzando via i propositi unitari che, di fatto, hanno consegnato la città della raffineria (ormai spenta) a un secondo turno di cui si sarebbe fatto volentieri a meno.

E’ convinto che Armao e Bartolozzi, col loro posizionamento, vi abbiano impedito di trionfare al primo turno?

“E’ inequivocabile. Se Greco non vince al primo turno, la colpa è loro”.

Adesso che succede? Anche al ballottaggio sarete avversari…

“Da oggi pretenderò un nuovo passaggio politico. Sia al presidente Nello Musumeci che al mio coordinatore Gianfranco Miccichè”.

Quale?

“Devono chiedere ad Armao di uscire dal governo. È l’unico segnale serio per dimostrare che lui non è più dannoso per noi. E’ inconcepibile che il nostro candidato sindaco non vinca al primo turno perché un assessore regionale e la sua compagna, eletta nel collegio di Gela, votata dal candidato Lucio Greco e dall’onorevole Mancuso, vada a sostenere il candidato di Salvini”.

Non era una novità il loro sostegno a Spata.

“Conoscendo il percorso di Forza Italia in Sicilia, non dovrebbero avere nulla a che fare con la Lega. Io non voglio arrivare allo scontro interno, ma c’è bisogno di chiarezza. Tenga conto di un altro aspetto: l’Unione dei Siciliani, il movimento tanto sbandierato dall’assessore Armao, è con Lucio Greco. Non mi piacerebbe passare come quel deputato che ha chiesto le dimissioni dell’assessore all’Economia, ma come quell’esponente di partito che, nel Nisseno, la mia terra, vince grazie all’aiuto del suo governo”.

Ci sono possibilità che Armao venga messo alla porta?

“Io credo che a livello centrale qualche decisione debba essere presa: su Gianfranco Miccichè non ho dubbi, sulla bontà e sull’intelligenza politica del presidente Musumeci nemmeno. Ora siamo al ballottaggio e non possiamo perdere per colpa dei nostri. Tranne che non siano più “nostri”: in quel caso lo dicano e facciano altro. Non per forza devono rappresentarci nel governo”.

Anche a Caltanissetta avete pagato la divisione con Salvini.

“A Caltanissetta abbiamo ottenuto un bellissimo risultato e al ballottaggio, contro i Cinque Stelle, sarà una sfida tra la politica e il populismo. Però mi preme sottolineare una cosa: il centrodestra, mi spiace dirlo, in Sicilia non è spaccato. La Lega non c’entra nulla col centrodestra. Chi dice che il centrodestra è spaccato perché non c’è la Lega, allora non conosce il centrodestra. Noi abbiamo bisogno di un’area moderata che non può essere sovranista e populista come quella di Salvini. Non dimentichiamoci cos’hanno detto, in passato, dei siciliani”.