L’impostazione della seconda manovra economica del governo di Giorgia Meloni sarà “seria e responsabile”, ma l’ombra del ritorno in vigore del Patto di Stabilità europeo, a partire dal prossimo anno, unito allo spread in crescita dopo la fine della luna di miele con i mercati, non impediscono al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, di mettere nero su bianco – nella Nadef approvata in serata dal Consiglio dei ministri – quello che fino a qualche mese fa non avrebbe mai immaginato di dover varare: per il 2024, il governo prevede un rapporto deficit/Pil tendenziale al 3,6% e un programmatico al 4,3%. Tradotto in soldoni, il governo intende raccogliere ben 14 miliardi di euro in deficit aggiuntivo rispetto alle previsioni. Del resto i soldi provenienti da spending review dei ministeri e altri interventi sparsi qua e là saranno esigui, e per confermare il taglio del cuneo fiscale ne servono come minimo 10. Il resto? Serviranno ad avviare la riforma fiscale – partendo probabilmente dall’accorpamento dei primi scaglioni Irpef – e a procedere con vari interventi, a partire da natalità, sanità e rinnovo dei contratti pubblici. Continua su Huffington Post