Mancano pochi giorni di passione. Poi si va al voto. E’ dentro Forza Italia la battaglia più intricata per un seggio a Bruxelles (per gli azzurri difficilmente ne scatteranno due). E questa sfida all’ultimo sangue vede della partita Giuseppe Milazzo, attuale capogruppo all’Ars per il partito di Berlusconi, e Saverio Romano, centrista, ex ministro dell’Agricoltura, che ha radunato attorno a sé la vecchia Democrazia Cristiana: da Cuffaro, amico di vecchia data a Raffaele Lombardo, che pur di mostrargli vicinanza, ha deciso di partecipare personalmente a una convention elettorale di qualche giorno fa a Catania. Dopo un anonimato (pubblico) che durava da anni. La sfida tra Milazzo e Romano è anche la sfida tra lealisti e centristi. Tra i sostenitori di Gianfranco Micciché, coordinatore regionale del partito che si è speso per la candidatura di Milazzo, e coloro che Miccichè non lo digeriscono. Lo stesso Romano, prima di apparire a braccetto con il presidente dell’Ars alla presentazione della sua candidatura, non aveva fatto mistero di non gradire l’esclusione dalla lista di Forza Italia del catanese Giovanni La Via. Che adesso viaggia in macchina con lui per la campagna elettorale e che Romano, leader del Cantiere Popolare che in FI ha trovato spazio solo per l’ospitalità di Berlusconi, vorrebbe proporlo come prossimo coordinatore di un partito che La Via aveva abbandonato per un abbaglio di nome Angelino Alfano. La mossa è ritenuta scorretta da tanti “lealisti”, uno dei quali ha confessato a Repubblica le sporche manovre dei rivali: “In pratica a Romano abbiamo dato un passaggio e ora lui vuole fotterci la macchina”.