Domani pomeriggio, per chi avrà voglia di ascoltarlo, Luca Sbardella introdurrà la solita tavola rotonda del venerdì. Il commissario regionale di Fratelli d’Italia riunisce a Sciacca la classe dirigente patriota per celebrare i successi della premier. Si discuterà, manco a dirlo, di turismo e agroalimentare “per il rilancio dell’economia siciliana”. Ci saranno quasi tutti: parlamentari europei, deputati, senatori. Assente, invece, Manlio Messina. Anche se il Balilla resta una specie di convitato di pietra: nessuno lo nomina più, dopo la declassazione da vicecapogruppo alla Camera a “soldato semplice”, ma lui c’è. È immanente, convive nel governo regionale – nelle vesti dell’assessore al Turismo in carica, Elvira Amata – resiste alla tempesta.

Poiché Sbardella fu considerato il “rimpiazzo” di Messina, un progetto transitorio ma utile a superare la fase degli scandali e delle liti, oggi verrebbe da chiedersi: cosa ha fatto in questi mesi trascorsi nell’Isola? Cos’è cambiato dal 5 marzo, quando la presidente Giorgia Meloni decise di riunire i due coordinamenti – quello orientale e quello occidentale – affidando la sua creatura alle sapienti mani del deputato romano? Francamente, poco o nulla. Sbardella non è riuscito a tenere il partito lontano dal trambusto, come evidenzia l’ultima scazzottata (verbale) tra il parlamentare nazionale Luca Cannata e l’on. Carlo Auteri, già protagonista del furioso scandalo scoppiato per l’assegnazione dei fondi destinati alla cultura alle associazioni gestite da parenti stretti.

Auteri, dopo aver duellato con Cannata anche alla vigilia delle provinciali, ha cambiato addirittura partito (prima si era autosospeso dal gruppo all’Ars). Cuffaro gli ha cucito addosso un codice etico per evitare gli antichi vizi, ma è dal palcoscenico della Democrazia Cristiana che sta provando a ritagliarsi uno spazio che dentro FdI non gli era più concesso: ad esempio mettendo lo zampino sulle nomine del Cda della Sac (in compartecipazione con gli Autonomisti). Un episodio che a Cannata non è andato giù: significherebbe delegittimarne il peso a Siracusa. FdI fatica a tenere a freno i suoi bollori, così l’ultima disputa si è trasformata in un pollaio: con Auteri che ha chiesto a Cannata conto e ragione delle “collette”, rigorosamente cash, intascate quand’era sindaco di Avola per finanziare il partito; e Cannata che ha incalzato il rivale invitandolo a spiegare come “sostiene sedi, campagne e struttura politica personale”.

Diverbi che hanno poco a che fare con la politica e che dimostrano come il contrasto interno a Fratelli d’Italia abbia valicato i confini della pertinenza e della continenza. Sbardella sembra risucchiato da questo clima polemico. Il commissario non può bearsi neppure del resto. In attesa che la classe dirigente maturi, e che lui possa consegnare le chiavi a qualcuno in grado di infilarle nella serratura, deve assistere al teatro dell’assessore Amata, reduce dal successone del Taormina Film Festival. La 71.ma edizione, celebrata dalla presenza dei Michael Douglas e dei Martin Scorsese, in realtà rischia di aver segnato il primo passo falso nell’amministrazione della cultura e del cinema da parte della corrente turistica di Fratelli d’Italia.

Piccolo passo indietro: anche Amata ne fa parte. Nella staffetta con Scarpinato, consumata all’indomani dello scandalo di Cannes (quasi 4 milioni affidati senza gara a una ditta lussemburghese per la realizzazione di uno shooting fotografico in Costa Azzurra), non è cambiato nulla: né le abitudini né il metodo. FdI banchetta con il turismo, sfodera un portafogli pieno, è una manna dal cielo per clientes e pagnottisti. Nell’ambito del Sicilia Jazz Festival ha destinato circa 100 mila euro per servizi di comunicazione promo-pubblicitari a una ditta catanese; a Taormina, invece, ha contribuito con 500 mila euro (ancora da liquidare) alle “imprese” della Fondazione Taormina Arte, di cui è direttrice artistica la maestra Gianna Fratta. Alla quale, in questa specifica circostanza del Festival cinematografico, è stata affiancata la manager napoletana Tiziana Rocca. Voluta da Fratelli d’Italia.

In un contesto così “limpido”, pare che la Amata non abbia gradito l’assenza del sindaco De Luca né le evidenze che la stampa libera ha dato di questo forfait istituzionale. E così l’assessore (messinese e messiniana), allergica alle critiche, ha voluto togliersi un sassolino dalla scarpa utilizzando il solito salotto dei pagnottisti: “Grazie al successo straordinario, con ospiti di alto livello e una rassegna cinematografica di qualità, il festival si è confermato un importante volano per il turismo e il cinema nella regione – ha detto -. Un ringraziamento va al direttore artistico Tiziana Rocca, alla governance di TaoArte e a tutti coloro che hanno contribuito a questo risultato. Un grazie speciale al meraviglioso e caloroso pubblico che ci ha accompagnato durante tutte le serate. Continueremo a raccontare la Sicilia con passione e autenticità”.

Speriamo che almeno la spesa fuori controllo rientri. E che il conclamato Festival possa tornare a essere davvero il proscenio dell’arte e del cinema, anziché la passerella dei soliti noti.
Sbardella non c’era, per fortuna. Ma è meglio che ci butti un occhio, prima che il suo partito – e con esso l’Isola intera – affondi nella melassa delle passerelle e delle clientele.