Le anime belle della sacrestia hanno preso posto nel sinedrio della politica e hanno emesso una sentenza: la colpa di tutti i mali della Sicilia è di Gianfranco Micciché, presidente dell’Assemblea regionale. Decapitiamolo. Nel bel mezzo della bufera sulla legge di bilancio, il reprobo avrebbe abbandonato baracca e burattini e si sarebbe concesso un’allegra vacanza in chissà quale località turistica, lasciando senza stipendio forestali e sportellisti, trattoristi dell’Esa e precari dei consorzi di bonifica. Poi però si scopre che il bilancio da approvare era un sacco vuoto. E che la decisione di rinviare la seduta, in attesa che il governo inviasse le carte per dare un senso alle cifre, era stata presa da tutti i gruppi parlamentari, comprese le anime belle grilline. Ma tant’è. I moralisti, per sopravvivere, hanno sempre bisogno di portare un nemico al patibolo.