Perché poi ci sta, non c’è da stupirsi più di tanto, in fondo la politica è quasi una scienza esatta: se Conte, per mesi, è stato incoronato non come un semplice punto di equilibrio nelle condizioni date, ma come “punto di riferimento dei progressisti europei” (Zingaretti), come la “carta decisiva del fronte democratico” (Bettini), novello leader di tutti, quindi anche della sinistra, e adesso è rimpianto nelle “sezioni” dove “non è considerato il passato” (Boccia); se insomma, il Pd, o meglio l’attuale gruppo dirigente, si sente orfano del suo Papa straniero come mai è accaduto da diversi lustri, per affetto e dipendenza, nemmeno con Prodi, D’Alema, Veltroni, inesorabilmente risucchiati nel gorgo dei “fratelli coltelli” proprio perché non erano stranieri (a proposito di subalternità culturale), se, insomma, queste sono le premesse, è pressoché scontata la conclusione fotografata dal sondaggio Swg per Mentana. E cioè che il “punto di riferimento dei progressisti” prende voti ai progressisti, anche nel momento in cui viene investito del ruolo che, in fondo, ha sempre avuto, ovvero di capo dei Cinque stelle: quattro punti, consentendo al Movimento di tornare il secondo partito dopo la Lega e facendo precipitare il Pd al 14,2 per cento dopo Fratelli d’Italia. Continua su Huffington Post