Giuseppe Conte sembra annegato nel brodo primordiale da cui era emerso tre anni fa. Da quando ha lasciato Palazzo Chigi, si fatica a seguirne le tracce. Azzerati gli incontri pubblici, rarefatte le esternazioni. Per costringerlo a prendere carta e penna, il direttore della “Stampa” Massimo Giannini ha dovuto rimproverargli una gestione disastrosa della politica estera, con la Libia regalata ai turchi. Allora si è scosso dal suo torpore. L’altra settimana ha scambiato un po’ di chiacchiere col nuovo segretario Pd, Enrico Letta, che tra l’altro è persona squisita: “Sensazioni positive”, ma nulla di più. Continua su Huffington Post