Il peggio, adesso, dovrebbe essere alle spalle. La Commissione paritetica Stato-Regione ha approvato la delibera che consente alla Sicilia di spalmare in 10 anni, anziché in 3 come previsto inizialmente, il maxi disavanzo con lo Stato, di poco superiore ai 500 milioni. Musumeci e Armao portano a casa il minimo sindacale, dopo aver chiesto a più riprese la spalmatura in trent’anni (negata dal Ministro Giovanni Tria). L’ultimo Bilancio regionale, rimasto “congelato” per mesi, adesso può essere sbloccato. E’ stato dato il via libera anche all’attuazione del decreto legge 118 sull’armonizzazione contabile in base allo statuto autonomistico, all’introduzione dei revisori dei conti per la Regione, all’abolizione del controllo preventivo degli atti della programmazione europea e alle norme di contabilità giudiziaria. La delibera sarà trasmessa alle Sezioni riunite della Corte dei conti per il parere, quindi arriverà in Consiglio dei ministri per l’approvazione. Come spiegato qualche giorno fa in conferenza stampa dal presidente della commissione di studi a cui ha fatto riferimento Armao, il dott. Giovanni Sapienza, l’origine del buco andava ricercata nella variazione di Bilancio “approvata con la legge 31 del 2015”. Secondo gli esperti nominati dall’Assessorato ci sarebbero state delle anomalie nella cancellazione e nella re-imputazione di quasi 11 miliardi di euro di residui attivi fatta dal precedente governo regionale.