Sicuramente avrete riletto più volte il titolo di questo articolo.

In effetti, a prima vista, potrebbe sembrare incomprensibile visto che recita l’esatto contrario della regola esperienziale umana.

Eppure questa frase fu solennemente pronunciata da un uomo passato alla Storia come il padre della rivoluzione bolscevica.

Correva l’anno 1920 e – nella Russia ancora grondante di sangue – Lenin usò quell’aforisma per indicare ai suoi compatrioti il radioso orizzonte del paese.

Di fronte alla necessità di voltare pagina e aprirsi ad una nuova vita, quella frase era una orgogliosa (e molto rossa…) bandiera.

Ma la lungimiranza politica e l’ottimismo della volontà non possono cancellare ciò che si è radicato nella Storia.
Il contenuto di quel passato, la sua reale interpretazione non può (e non deve) mai essere dimenticata.

Portando all’estreme conseguenze l’aforisma potrebbe dirsi che proprio la mancata chiarezza sul passato impedisce il migliore futuro.

Senza andare molto lontano, basta guardare le macerie della seconda guerra mondiale – ancora esistenti nel centro storico di Palermo – per capire il valore di questa idea.

Vi chiederete il perché di questa così articolata premessa.

Semplice.

Ho ascoltato numerosi magistrati affermare che l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulla Giustizia in Italia sarebbe un atto eversivo da parte della politica.

La loro reazione fa un po’ sorridere, perché essi dimenticano che proprio la Costituzione prevede questa facoltà rimessa al Parlamento (articolo 82).

Perché, poi, il Parlamento non potrebbe svolgere una inchiesta allorché i magistrati possono farlo sui politici? In questo si vede la vecchia idea di alcuni esponenti dell’ala “dura e pura” di quella magistratura “situazionista” che applica il Diritto ai nemici e lo interpreta per gli amici.

A fronte di quello che il “Sistema” ha dimostrato di essere nella sua metastasi istituzionale, una Commissione d’inchiesta è il minimo che un Paese civile possa chiedere.

Perché sia ricostruita – con certezza – la Storia giudiziaria di questi ultimi decenni e siano rese pubbliche le modalità con le quali le correnti hanno inquinato la Giustizia.

La certezza è quella che approfondire ogni verità farà solo bene all’Italia.

Imprevedibile è, invece, ciò che quel passato potrebbe rivelare su tante dinamiche sociali, economiche e giudiziarie mai davvero esplorate.

Gustave Flaubert assumeva che l’avvenire ci tormenta, il passato ci trattiene ed il presente ci sfugge. Per il bene futuro della Giustizia dobbiamo equipaggiarci a superare la tormenta…