Per sette mesi si è gonfiato il petto, manco fosse il re di tutte le terre di Sicilia, e si è cinto il capo con una corona che gli desse un’investitura napoleonica: “Dio me l’ha data, guai a chi me la toglie”. Per sette mesi ha creduto di governare il partito come una chiesa dove l’unica messa cantata fosse la sua; ma una chiesa molto misericordiosa con gli infedeli, con i reprobi, con gli spergiuri e con chiunque gli baciasse la pantofola. Per sette mesi ha recitato la parte del Golia davanti al quale fuggivano gli eserciti. Ma all’improvviso arrivò un piccolo Davide – al secolo Gaetano Galvagno, 38 anni, presidente dell’Ars – che, con un colpo di fionda, ha abbattuto il gigante, ha fatto volare la corona e ha lasciato il re nudo. Affermando il principio secondo il quale basta uno spillo per sgonfiare il pallone più gonfio del mondo. O di Palazzo d’Orleans.