La pensata è stata geniale. In qualsiasi altro posto, il rinfresco sarebbe costato e poi un luogo così dove lo trovavano? Nel “Teatro del Sole”, accanto a una delle quattro fontane, si poteva mettere un banchetto e lì offrire la torta, brindare e prendere il caffè con gli amici invitati al matrimonio, al tramonto di una giornata primaverile, con un clima particolarmente gradevole. Per qualche ora, del resto, una postazione in più tra le tante che da lì si dipartono verso il Teatro Massimo, occupando quasi per intero la strada, che a passarci devi fare a gomitate, non impattava per nulla.

Lì, in via Maqueda, si ingurgita cibo di strada o, con più eleganza, street food. Lungo di essa, a poco prezzo, si consumano le prelibatezze della tradizione di una città nella quale molte etnie hanno convissuto ormai da secoli e si sono fuse, ognuna lasciando una traccia di sé anche attraverso gli alimenti.

Se tavoli e sedie stanno ogni giorno davanti ai palazzi storici e alle chiese, invadono i marciapiedi e gran parte della via, un panchetto temporaneo accanto ad essi si può cunsare senza alcun problema. Come potevano immaginare, quei ragazzi, che quell’accumulo disordinato di tavolini e di sgabelli di diverso genere, di fattura disomogenea, di colori vari, avesse avuto il consenso e l’autorizzazione dell’autorità? Pensato e fatto. Accanto alla fontana hanno collocato i loro quattro tavoli, li hanno coperti con drappi bianchi e azzurri, vi hanno messo su due candelabri, la torta e le bottiglie di spumante. Accanto, un carrettino con la scritta “viva gli sposi” e l’angolo per il caffè. E sulle note della musica neomelodica: cin cin, lunga vita, e, se possibile, tanti figli per combattere la denatalità e compensare l’emigrazione. A un certo punto scoprono che non potevano star lì, non avevano il permesso, non avevano pagato l’occupazione di suolo pubblico. E per questo sono stati multati. Giusto. Ma vai a prevedere che a Palermo, per collocare un panchetto, per usare un carrettino e consumare cazzilli, crocchette, rascature, pane con la meusa, ci vuole il bollo e occorre pagare la tassa!

Vai ad immaginare che una delle vie più belle sia diventata una grande mensa popolare, una enorme trattoria a basso costo, una immensa friggitoria col consenso e per scelta di quelli che stanno lì vicino a palazzo Pretorio! Non succede in nessun’altra città d’arte. Ma noi siamo originali. E così, con la destinazione di una delle arterie principali a mangiatoia, Palermo un primato l’ha conseguito: è la prima città europea nel mondo per lo street food dopo Bangkok, Penhang e Marrakech. In qualcosa primeggiamo, collegandoci con luoghi esotici e lontani e non con quelli, ordinati e un po’ grigi, del nostro continente.

Naturalmente queste elucubrazioni non hanno occupato la mente di quei due giovani sposi, che volevano solo far festa nel giorno più bello, come si dice, della loro vita. E volevano farlo senza spendere soldi, che non avevano, in un luogo che trovavano adatto all’occasione e che era destinato a mangiare. Alla fine hanno dovuto pagare dazio. Sono stati puniti ma, se si può dire, mantenendo la loro buona fede, dando prova dell’inveterata convinzione che leggi e regolamenti siano roba che non ci appartiene. Le guardie municipali hanno fatto il loro dovere, la dura lex è stata affermata ma l’istintiva simpatia per gli autori di quella bizzarra scelta rimane.

E trovo un tantino esagerate le tante reazioni indignate, a cominciare da quelle di un ottimo assessore al Comune, che si è detto scandalizzato. Un po’ di comprensione ci vuole e insieme con essa l’impegno a trovare altri settori, oltre quello del cibo di strada, per far primeggiare Palermo, per portarla ai posti alti di una graduatoria composta magari da città d’arte.

La nostra è affascinante, esotica, trash e un po’ – solo un po’! – ‘ngrasciata. Come una persona bella che non si cura, non si abbiglia adeguatamente, si lava poco, nasconde le proprie grazie. Anche per questo si è indotti ad arrangiarsi, a immaginare alzate di genio. E senza bolli, timbri e spese si festeggia il matrimonio. In una delle piazze più affascinanti.