E’ nato un bel pasticcio attorno al casolare in cui nel 1978 è stato assassinato Peppino Impastato. Qualche giorno fa, con una delibera di giunta, la Regione ha stanziato 106 mila euro per l’acquisizione dell’immobile, dichiarato cinque anni fa di “interesse culturale”. “Con il provvedimento assunto dal Governo regionale – dichiarava Musumeci – manteniamo l’impegno assunto, anche da me in prima persona, al tempo in cui guidavo la commissione Antimafia, nei confronti della famiglia Impastato e di tutta la comunità regionale”. Ma nel frattempo si era mosso qualcun altro, anticipando la Regione. Si tratta della città metropolitana di Palermo e del comune di Cinisi, i quali avevano destinato addirittura 490 mila euro per l’acquisizione, la riqualificazione e la realizzazione di una tensostruttura al posto del casolare medesimo. Quello che il sindaco di Cinisi, Gianni Palazzolo, ha definito un “centro nazionale per la lotta alla mafie”. E anche Leoluca Orlando, in qualità di sindaco metropolitano, non ha fatto mancare la sua voce, confermando la presenza di “un progetto ben articolato”. Adesso bisognerà fare sintesi fra le due proposte perché “se la Regione dovesse intraprendere l’iter espropriativo – fa notare Palazzolo – non sarebbe possibile attuare il finanziamento della Città Metropolitana che ha come presupposto giuridico l’acquisizione del bene quale elemento indispensabile della riqualificazione. Dopo più di 40 anni si hanno due finanziamenti di fatto incompatibili”. Serve quindi un tavolo tecnico per uniformare le due iniziative.