Avrebbe potuto varcare la soglia di Palazzo d’Orleans – palazzo che conosce bene, essendo stata per anni al fianco di Raffaele Lombardo, un presidente indagato, imputato, processato e assolto – e chiedere a Nello Musumeci se è venuto a capo dello scandalo dell’Ente Minerario e dell’azzardo su venti milioni messo in piedi dalla cricca del Bullo. Avrebbe potuto chiedere al governatore notizie anche sulla brutta storia dell’Oasi di Troina, riconducibile al potentissimo Razza, assessore alla Sanità. Ma Caterina Chinnici, candidata della sinistra alla presidenza della Regione, non ha voglia di mettere il naso nel malgoverno della Sicilia. Soffre di un moralismo strabico: non vede le travi che straripano dagli occhi degli avversari e si accanisce sulle pagliuzze che non appannano nemmeno la vista dei suoi compagni di partito. Forse cerca un pretesto per ritirarsi dalla gara.