Si chiama servizio di interrompibilità, un termine da addetti ai lavori che nelle prossime settimane potrebbe diventare determinante per la tenuta dello scudo che il Governo sta costruendo per fronteggiare l’emergenza gas. Molto dipenderà dalle mosse di Putin, se cioè (e quando) deciderà di chiudere i rubinetti, ma anche dalle contromosse dell’Europa, a iniziare dal tetto al prezzo del gas naturale importato, spinto da mesi da Mario Draghi e che ora potrebbe uscire dalle secche delle divisioni europee vista l’apertura che la Germania ha fatto arrivare fino a palazzo Chigi. Ma intanto bisogna prepararsi al peggio e attrezzarsi per conto proprio. Bisogna capire quando e come stringere la cinghia. Altri Paesi come Germania, Francia e Spagna hanno già deciso. In terra tedesca si parte subito, il primo settembre, con i riscaldamenti negli edifici pubblici non oltre i 19 gradi, le vetrine senza illuminazione in determinate fasce orarie e altre misure che taglieranno i consumi di gas del 2 per cento. Sta per decidere anche l’Italia. Continua sull’Huffington Post
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Il nuovo piano d’emergenza se Vladimir Putin stacca il gas
mario draghiroberto cingolani
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