“Dopo lunga e ampia condivisione – e un confronto vero con la base, i simpatizzanti, i segretari dei circoli – il nome che propongo per le primarie è quello di Caterina Chinnici. Perché risponde ad alcune direttrici per noi fondamentali, in primis quello delle donne”. Lo ha dichiarato il segretario del Pd, Anthony Barbagallo, durante la direzione regionale del patito all’Astoria Palace di Palermo. “Più volte abbiamo posto in questi anni il tema della doppia preferenza di genere in Sicilia – ha detto Barbagallo nella sua relazione – anche per ottenere un assessore donna in giunta siciliana e poi facendo ricorso al Tar per chiedere un terzo della giunta regionale sia composta da donne. Abbiamo scelto una donna che ha spessore, conoscenza approfondita della macchina regionale, avendo ricoperto il ruolo di assessore, e una cultura giuridica che non è in discussione, essendo anche una magistrata. Ed è per altro l’unica parlamentare siciliana da Bruxelles in giù in quota Partito Democratico, essendo parlamentare europea”.

Al termine dei lavori la relazione del segretario è stata approvata con un solo astenuto. “Riconosco a Caterina Chinnici – ha proseguito Barbagallo durante il suo intervento – una evidente capacità inclusiva e di ascolto di tanti mondi che cercano una candidatura disponibile all’ascolto che allarghi il campo. Le primarie sono utili se non sono soltanto una prova muscolare ma soprattutto – ha proseguito – se diventano le primarie delle idee, della partecipazione e una festa per includere il più possibile. Caterina Chinnici è per questo una candidatura forte e autorevole la cui riconoscibilità è un elemento che mi ha convinto. La riconducibilità di Caterina Chinnici al PD va rafforzata e condivisa. Caterina Chinnici è e deve essere – ha concluso – la nostra candidata, con un legame saldo e forte con le radici del Partito Democratico”.

Una prima dichiarazione è arrivata anche da parte della Chinnici: “Ringrazio il segretario nazionale Enrico Letta, il segretario regionale Anthony Barbagallo, la direzione, i circoli, i militanti e tutta la comunità del PD, una comunità di idee e valori, per la fiducia riposta in me nell’affidarmi una così grande responsabilità, che è innanzitutto quella di progettare attraverso l’ascolto, di mettere al centro le persone per costruire con loro una proposta di governo ampia e coinvolgente. Lo farò con tutte le mie energie, con lo stesso spirito di servizio alla collettività che ha sempre caratterizzato il mio impegno civico e con la voglia di lavorare per la terra che amo, la Sicilia”. Da oggi e fino al 30 giugno è possibile presentare le candidature da parte della coalizione progressista. Per votare on line o ai gazebo (il 23 luglio) è obbligatorio registrarsi, fino al 21 luglio, attraverso il sito www.presidenziali22.it

Ma per fare in modo che la competizione venga celebrata regolarmente, serve che tutta la macchina funzioni a dovere. Fino a ieri, ad esempio, era fuori uso la piattaforma online sulla quale – già da oggi – ci si dovrebbe registrare per partecipare al voto (anche in presenza). Ma un altro impedimento è rappresentato dai Cinque Stelle, scossi dalla scissione provocata da Di Maio. Detto che nessun parlamentare regionale ha scelto di aderire a ‘Insieme per il Futuro’, sono una decina i parlamentari nazionali siciliani che hanno deciso di seguire l’ex ministro. Di Paola, attuale referente regionale dei grillini, si limita a dire che “siamo tutti concentrati a lavorare per le primarie e dare alla Sicilia un governo che finalmente lavori proficuamente per dare risposte concrete ai bisogni dei siciliani che da Musumeci hanno ascoltato solo chiacchiere e vuoti proclami.  Tutti, compresi i deputati 5stelle a Roma – continua Di Paola – siamo pronti a fare quadrato intorno al Movimento e a moltiplicare gli sforzi in vista delle prossime scadenze elettorali”.

A cominciare da sabato, quando a Caltanissetta si terrà una riunione aperta a tutti gli iscritti in cui si parlerà di Primarie. Il Movimento non ha ancora deciso come procedere alla selezione di un candidato unico per la partita. L’ultima parola dovrebbe toccare a Giuseppe Conte. In lizza ci sono lo stesso Di Paola, Luigi Sunseri e Giancarlo Cancelleri, il cui destino però è indissolubilmente legato all’abolizione del vincolo dei due mandati.