Non è esattamente il momento più glorioso per quello che era considerato l’enfant prodige del centrodestra. Salvo Pogliese, sindaco di Catania, rischia di naufragar nel mare grosso delle inchieste. Una riguarda lui: i magistrati lo accusano di aver intascato 40mila euro ai tempi dell’Assemblea regionale siciliana, nel cosiddetto processo “spese pazze”. Anche se il sindaco si è sempre difeso: “In un momento di difficoltà del gruppo parlamentare (del Pdl) – ha riferito – ho anticipato 70mila euro di tasca mia per pagare stipendi, straordinari e trattamenti di fine rapporto ai dipendenti. Poi, quando i conti del gruppo sono migliorati, ho recuperato una parte delle spese”. Tutto, secondo Pogliese, sarebbe dimostrabile attraverso fatture e ricevute.

Adesso, al processo che lo riguarda, si è aggiunta la questione più che spinosa del padre Antonio. Noto commercialista di Catania, è stato arrestato per reati in materia societaria, fallimentare e fiscale. E’ uno dei nove destinatari, nell’ambito dell’operazione “Pupi di pezza” della misura dei domiciliari. Pogliese figlio non ha mai avuto dubbi sulla condotta del padre anzi, commentando l’arresto, ha riferito che “sono dispiaciuto e amareggiato per la vicenda giudiziaria che investe mio padre per la sua attività professionale, nota e apprezzata a Catania e in Sicilia. Per antica tradizione familiare e culturale ho sempre risposto la massima fiducia nella magistratura a cui è rimessa ogni valutazione sulle accuse mosse. Con altrettanta convinzione sono sicuro che mio padre, di cui ho sempre ammirato l’adamantina condotta di professionista e genitore, saprà dimostrare la sua totale estraneità ai fatti che gli vengono contestati”.

La conferma di un periodo infelice per il sindaco di Catania è arrivata qualche mese fa, quando il suo Comune ha dovuto dichiarare il dissesto di fronte a un buco di bilancio senza precedenti (le cui responsabilità, ovviamente, vanno demandate ai predecessori). Pogliese si è da subito ritrovato con il cerino in mano, ed è venuta meno quella spregiudicatezza (positiva) che gli permise di vincere le ultime Amministrative contro Enzo Bianco e, qualche anno prima, di ottenere un plebiscito alle Elezioni europee. E pensare che Pogliese, al momento uno dei massimi rappresentanti di Forza Italia nella zona etnea (spesso in contrapposizione, data la sua militanza passata in An, con il “moderato” Gianfranco Miccichè, che del partito è coordinatore regionale) fino allo scorso giugno sedeva comodamente sui banchi del Parlamento di Bruxelles, lontano da beghe e intrighi. L’impegno per la sua città, già allo scatafascio per via dei conti malati, è stato l’inizio di un precipizio. Solo la sua vis politica, e un po’ di fortuna evidentemente, potranno tirarlo fuori.