Doveva essere l’elezione del presidente della Repubblica più facile di tutti i tempi, in coda a una legislatura oligofrenica, inaugurata col massimo dell’incompetenza, dell’inconsapevolezza e della boria della coppia Salvini-Di Maio, passata attraverso l’etilica estate del Papeete e il matrimonio riparatore fra Pd e grillini, e infine redenta nella rivoluzione copernicana del massimo della competenza e della tecnocrazia di Mario Draghi, resa necessaria dalla clamorosa serie di carnevalate messe in fila dal Conte uno e dal Conte bis in un Paese affogato nella crisi economica e soffocato dalla crisi pandemica, e ritirato su per la collottola da un piano di soccorso europeo di oltre duecento miliardi – soldi in parte regalati, in parte prestati a tasso agevolato… Continua sull’Huffington Post