E’ difficile non sentire il coro delle anime belle che lanciano un grido di dolore per la lenta morte della cultura. E’ difficile non indignarsi con il Comune di Palermo che non tiene un euro in cassa e non riesce a rispettare gli impegni nei confronti del Teatro Biondo. Ed è anche difficile, molto difficile non mostrare solidarietà verso i lavoratori dello spettacolo che a fine mese non trovano soldi in busta paga. Ma, detto questo, bisogna anche chiedersi se i sovrintendenti abbiano fatto di tutto per mantenere alto il prestigio delle istituzioni che governano. Prendiamo il “Biondo”. Nessuno mette in dubbio che pandemia e ristrettezze di bilancio abbiano pesato in maniera nefasta. Ma solo la direzione di Pamela Villoresi poteva ridurre a un banale gioco di tarantelle l’opera delicatissima del grande Scaldati. E ci fermiamo, per pietà, solo a questo esempio.