Si dice che se i quadri potessero raccontarsi e tradursi in parole, non vi sarebbe alcun bisogno di dipingerli. È vero, poi, che è la pittura che rende silenzioso ogni altro linguaggio riuscendo ad amplificare solo la vista. Tuttavia, imparare a vedere è il più lungo e difficile tra gli esercizi intellettuali perché – con le parole di Wolfgang Goethe – “l’occhio vede ciò che la mente conosce…”.

Nel dipinto del Boldini e nelle sue volanti composizioni cromatiche, più che uno sguardo al passato, vedo una proiezione al futuro. Un futuro in cui la Sicilia prende la parte migliore della sua storia moderna e, al contempo, ridisegna i punti di forza che hanno creato successo, grandezza e progettualità. I Florio non sono stati soltanto portatori di bellezza (come comunemente si crede – oggi – riferendosi alle opere esistenti), ma sono stati l’esempio di un pensiero, trasformatosi in concretezza d’avanguardia, un’idea che ha toccato tutti i settori dell’economia siciliana.

Questa importante famiglia ha creduto fermamente sulle risorse naturali che la Sicilia possedeva e che (fortunatamente per noi) continua a possedere. Un progetto che elevava, con perfetta sinergia, gli strumenti economici e le espressioni artistiche a realtà di livello internazionale.

Nei primi anni del novecento, nel periodo cosiddetto della “Belle Époque”, la nostra città ha vissuto anni di splendore tanto da essere la meta preferita di sovrani, letterati ed artisti da tutta Europa. Ciò detto, mi piace interpretare il quadro di Giovanni Boldini non soltanto perché legato alla figura di Donna Franca Florio, ma perché racconto di una terra regale che ha come protagonista la sua regina. Ogni siciliano, attento al proprio passato, avverte un senso di appartenenza nel dipinto di Donna Franca.

Il quadro può essere considerato – a giusta ragione – patrimonio storico, artistico e culturale per la Città di Palermo perché in esso si esprimono sentimenti, emozioni e racconti di un passato che – a distanza di appena cento anni – sembra diventare leggenda… Vincent Van Gogh diceva: “Preferisco dipingere gli occhi degli uomini piuttosto che le cattedrali, perché negli occhi degli uomini c’è qualcosa che non c’è nelle cattedrali, per quanto maestose e imponenti siano”. Ecco, negli occhi di Donna Franca, nel suo essere così elegantemente dinamica, trovo l’orizzonte della maestosa bellezza siciliana che fa del passato un futuro cui ispirarsi…