Solo 60 comuni, sui 120 colpiti dagli incendi della scorsa estate, hanno presentato la documentazione per essere risarciti. Lo scrive il Giornale di Sicilia. I termini per la presentazione delle istanze sono scaduti il 19 gennaio, e al Dipartimento regionale di Protezione Civile sono arrivate meno richieste di ciò che era lecito attendersi. Specie all’indomani dello scontro istituzionale fra Schifani e Musumeci, col governatore che aveva detto di non riconoscersi in questo Stato, a causa della mancata dichiarazione dello Stato d’emergenza nazionale. A seguito di un vertice romano convocato dal Ministro della Protezione Civile, si era deciso di allungare i termini, ma solo la metà dei comuni – anche grazie alla possibilità di poter inviare le ordinanze telematicamente – è riuscita a iscriversi alla partita dei rimborsi.

Che adesso dovranno essere ricalcolati: inizialmente la stima ammontava a 150 milioni, ma adesso alcuni dei Comuni, in primis Palermo, arriveranno a chiedere una maggiore quantificazione. Nel caso del sindaco Lagalla la richiesta è salita da 15 a 30 milioni di euro. “Non si possono erogare risorse pubbliche se non è possibile giustificarle – ha detto Musumeci al Gds – Forse serviva maggiore pressione sui sindaci. Dall’altro lato, tutto ciò che è certificato sarà rimborsato”. Il Ministro avrebbe chiesto, inoltre, al capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio di “accorciare i tempi” per esitare le pratiche il prima possibile.