Rieccolo il Ministro Toninelli. Lunedì scorso, al termine della marcia di Faraone e Dipasquale sulla Ragusa-Catania, infrastruttura ferma da vent’anni, si affrettò a dichiarare che il raddoppio dell’arteria è cosa fatta. Con fondi pubblici, ma non si sa quando. Adesso, a distanza di una settimana, ha rimesso piede in Sicilia. “I soldi per le strade siciliane c’erano e ci sono – ha esordito all’incontro coi giornalisti, dopo aver i lavoratori dei cantieri della Cmc, a Caltanissetta – Dico questo perché è troppo tempo che la Sicilia ha centinaia di milioni di euro fermi, non utilizzati per colpa dell’inerzia di alcuni governatori”. “Abbiamo voluto assumerci una responsabilità – ha aggiunto Toninelli – che è quella di nominare un commissario per le strade locali e provinciali, perché ci teniamo che la viabilità siciliana diventi migliore, più sicura, e che consenta al turista di muoversi anche con più facilità. Solo così potremo portare sempre più visitatori in Sicilia. Questo servirà a sbloccare tantissime opere su strade provinciali, però abbiamo bisogno che il governo siciliano ci dia una mano e non ci metta i bastoni tra le ruote. La preoccupazione principale oggi per me sono le strade provinciali. La stragrande maggioranza della viabilità di strade statali è in capo alla Regione. Sono le provinciali e le locali che non sono state più riparate negli ultimi anni. Ricordo semplicemente i 140 milioni di un decreto ministeriale del 2018 come le altre decine di milioni di euro dei fondi Fsc, tutte queste somme non sono state trasformate in cantieri”.

“A proposito dell’autostrada Ragusa-Catania, – ha aggiunto Toninelli – ho visto che i sindaci sono andati dal governatore Musumeci a consegnare le fasce tricolore per protesta. Capisco le loro preoccupazioni, ma con questo modello di concessione percorrere quella tratta sarebbe costato fino a 15 euro. Chi l’avrebbe utilizzata? Con il modello che stiamo creando, le cose cambiano. E’ notizia degli ultimi minuti: sembra che siamo vicini a un accordo. Ho convocato un’ultima riunione a Roma domani. Ci saranno il concessionario, l’Anas e tutte le parti interessate. Dirò una cosa chiara: dopodomani c’è una riunione del Cipe e io metterò la questione all’ordine del giorno. O si trova un accordo – ha proseguito il ministro – o farò bocciare completamente il modello concessorio che abbiamo ereditato. L’obiettivo è fare un’autostrada attraverso soldi pubblici che faccia pagare uno o due euro, non 15, per l’utilizzo di quella tratta”.