Le candidature si moltiplicano anche nel Movimento 5 Stelle: dopo quella di Luigi Sunseri, che ieri ha ribadito la propria disponibilità, anche un altro parlamentare regionale, Nuccio Di Paola, fa un passo avanti. E comunica, su Facebook, l’intenzione di correre per palazzo d’Orleans: “Mi candido a presidente della Regione Siciliana – esordisce Di Paola – e se i palermitani lo vorranno partecipo anche al “reality show” per la prossima candidatura a sindaco di Palermo. Ho dato la mia disponibilità al gruppo regionale. Viste le tante autocandidature di questi giorni non potevo non comunicare questa mia decisione e condividerla con tutti voi”. All’inizio sembrava scimmiottare le fughe in avanti dei colleghi, ma Di Paola, a Buttanissima, conferma la serietà della proposta: “Tempo fa io e altri parlamentari Cinque Stelle avevamo comunicato al gruppo la nostra disponibilità a candidarci, senza darne comunicazione all’esterno. Ma visto che qualcuno l’ha già fatto, non posso che prenderne atto e fare lo stesso”.
Sul fronte grillino non è mai tramontata nemmeno l’ambizione di Giancarlo Cancelleri, che però deve far fronte alla regola dei due mandati. Una sua presenza a palazzo d’Orleans, e di conseguenza a palazzo dei Normanni in veste di deputato, andrebbe in conflitto con le regole interne del M5s. Anche se la seconda esperienza è stata smozzicata, vista l’investitura a viceministro e sottosegretario con Giuseppe Conte e Mario Draghi. Le parole di Di Paola, però, fanno emergere un certo malumore per il ‘metodo’ adottato all’interno del Movimento 5 Stelle e della coalizione medesima: “Inviterei tutti i candidati alla presidenza a salire con me su un pullman e girare la Sicilia. Penso che la metà di loro, a fine corsa, rinuncerebbe. Questo è modo per dire che le condizioni di una candidatura devono maturare sul territorio, ascoltando i siciliani e condividendo le loro problematiche. Io sono convinto che non servano le primarie, ma che si possa arrivare a un nome attraverso un processo naturale di cui, però, siano partecipi anche i cittadini”. Della serie: non si decida a tavolino nelle segrete stanze.
La scelta del prossimo candidato del ‘campo largo’ necessita di vari step. In primis, l’individuazione di un referente regionale del Movimento 5 Stelle (favorito è Cancelleri, ma si fa largo anche l’ipotesi dell’ex Ministro Nunzia Catalfo), che Conte dovrebbe adottare al massimo nella prima metà di novembre. O, comunque, a conclusione dei ballottaggi. E poi da un confronto serrato e non più rinviabile con quelli che sono diventati i naturali alleati dei Cinque Stelle: il Partito Democratico, che si è già detto favorevole ai gazebo, e le altre forze di sinistra. A partire da Claudio Fava, che scalda i motori ormai da sei mesi. Fuori da questo perimetro, vista l’esperienza vincente di Caltagirone, sarà quasi impossibile andare a pescare. Anche Gianfranco Miccichè, coinvolto dal Pd negli esperimenti di Noto e Canicattì, ha chiuso una volta per tutte le porte al centrosinistra.