Lo sanno pure le pietre: non siamo né moralisti né moralizzatori. Non grideremo mai allo scandalo per i cinquecento mila euro scuciti dal Comune per offrire ai palermitani un Capodanno di musica e sensualità con la bellissima Elodie. Ma i tre cavalieri di Palazzo delle Aquile – Lagalla, Cannella e Carta – che pagano una montagna di soldi per accaparrarsi la conturbante diva dovrebbero anche dirci che città avremo la notte dello spettacolo. Mostreremo agli artisti i cumuli di immondizia che ammorbano Ballarò o i cassonetti che bruciano tra il Cep e Borgo Nuovo? Mostreremo i viali del Policlinico soffocati dall’ingorgo di duecento automobilisti costretti a pagare un pizzo di due euro per guadagnare l’uscita o le scuole sgangherate dello Zen? I palermitani hanno tutto il diritto di divertirsi. Sapendo però che dopo la festa torneranno a casa col buio e la monnezza.