L’ex sindaco di Termini Imerese, Francesco Giunta, era “incandidabile”. Lo ha stabilito la Corte d’appello di Palermo che ha chiuso il caso perché, con le dimissioni di Giunta (marzo 2019), è venuta meno la materia del contendere. L’ex sindaco, sostenuto da una coalizione di centrodestra, era stato eletto nel 2017 superando al ballottaggio il candidato del centrosinistra Vincenzo Fasone. Nel suo ricorso Fasone aveva sostenuto che Giunta non poteva candidarsi per effetto della legge Severino: a seguito di un patteggiamento, infatti, aveva riportato una condanna a sedici mesi di reclusione per i reati di truffa e falso.

Ma qui entra in gioco Gaetano Armao, che a gennaio 2017, ben prima di diventare assessore all’Economia della Regione siciliana, e nelle vesti di “semplice” avvocato, scrive un parere in cui sostiene che l’incandidabilità scatta quando viene applicata anche l’aggravante di “avere commesso il fatto con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione o a un pubblico servizio”.

Non basta. La corte d’appello, infatti, ha accolto la tesi di Fasone e dei suoi legali, Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, secondo cui la legge Severino – per cui è stato allontanato dalla politica anche Silvio Berlusconi dopo la condanna per frode fiscale – va applicata anche nei casi di condanna senza aggravante. In particolare, aderendo alle tesi dei legali di Fasone, ha rilevato che la Severino non si limita a prevedere l’incandidabilità dei soli soggetti condannati – a pena superiore ai sei mesi – per i reati aggravati ex articolo 61 n. 9, ma reca una norma di chiusura comprendente tutti i reati che risultino, comunque, commessi con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione o a un pubblico servizio.

Dunque, la Corte, smentendo gli assunti contenuti nel parere dell’avvocato Armao, ha ritenuto che i reati di truffa e di falso commessi da Giunta, quale mandatario della Siae, rientrino tra le cause di incandidabilità previste dalla Severino. Nel frattempo il sindaco si era dimesso dopo un avviso di garanzia collegato a un’altra vicenda giudiziaria. Mentre Armao, a novembre 2017, grazie alla vittoria di Nello Musumeci e al decisivo intervento di Silvio Berlusconi, è diventato vicegovernatore dell’Isola. Tutta un’altra storia.