La Finanziaria si appresta a varcare il portone di Sala d’Ercole, ma c’è già qualcuno (il M5s) che la definisce il tipico “assalto alla diligenza”. La manovra, approvata alle 4.30 di sabato mattina in commissione Bilancio, verrà incardinata lunedì, ma probabilmente la discussione avrà luogo da martedì pomeriggio, una volta scaduti i termini degli emendamenti. Intanto le opposizioni provano a fotografarla. Secondo il Partito Democratico, è “una manovra che non prevede alcun sostegno per le attività produttive e il lavoro, e contiene ben poco per i Comuni”. Decisamente più severo il giudizio del Movimento 5 Stelle: “In barba alla pandemia e in deroga a tutto, abbiamo una legge omnibus, a tratti ridicola e imbarazzante, che raschia il fondo del barile, togliendo risorse persino ai disabili, ma che riesce trovare spazio per il metodo educativo ‘Koshido Budo’ di una palestra di arti marziali. Siamo alla follia”.

La Finanziaria non è nata sotto i migliori auspici e il suo futuro è tutto da scrivere. Manca, infatti, la parifica del rendiconto 2019 da parte della Corte dei Conti, per cui il testo si basa sui saldi del 2018 e non tiene conto di nuovi, eventuali disavanzi che nelle prossime settimane potrebbero venire a galla. A sottolineare l’anomali, nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, è stata la presidente facente funzioni della sezione di Controllo della Corte dei Conti, Anna Luisa Carra: “Le norme – ha detto nel corso della sua relazione – prevedono che il rendiconto sia approvato per portare i saldi e i disavanzi. Ovviamente il legislatore può approvare quel che vuole approvare. Certo è che in mancanza di un rendiconto il disavanzo è presunto e quindi il bilancio di previsione del 2021 si fonda su dati che non hanno certezza”.

Il governo è andato avanti. Con l’esercizio provvisorio scaduto il 28 febbraio e la spesa già bloccata (al netto di quella indifferibile, come stipendi e utenze) Musumeci e Armao hanno ritenuto di proseguire nel solco dell’incertezza. La Legge di Stabilità, che in queste ore gli uffici dell’Ars stanno redigendo nella versione finale, presenta però molte contraddizioni. “Non potevamo non votare contro questa legge – afferma il capogruppo del M5s, Giovanni Di Caro – anche se abbiano cercato fino all’ultimo di renderla meno peggiore, con emendamenti di buon senso, di interesse collettivo e non localistico, cercando di ricordare al governo, che forse lo ha dimenticato, che siamo ancora in piena pandemia”.

Tra le proposte dei Cinque Stelle accolte dalla commissione Bilancio, quella che istituisce un fondo di mezzo milione di euro per la demolizione degli immobili abusivi ed il ripristino dello stato dei luoghi, quella che prevede lo stanziamento di 2 milioni di euro per i settori wedding, ristorazione, abbigliamento e calzature fortemente colpiti dalla crisi Covid e quella che prevede l’erogazione di 200 mila euro di indennizzo per i Comuni siciliani che ospitano centri d’accoglienza per i migranti. Tra gli emendamenti andati a segno si registrano inoltre: lo stanziamento di 3 milioni per le borse di studio degli specializzandi di Medicina e di 50 milioni per la ristrutturazione di edifici comunali; ok pure a una norma che tutela il personale di Riscossione Sicilia, nelle more del passaggio ad Agenzia delle Entrate. Il Pd, invece, si intesta altre battaglie: “Abbiamo sostenuto la stabilizzazione dei lavoratori ASU” anche se “la copertura finanziaria è insufficiente”, sottolineano Lupo e Gucciardi. “Chiediamo quindi al governo Musumeci più risorse per assicurare almeno 18 ore settimanali di lavoro”.

Su questo tema è intervenuto anche Orazio Ragusa, di Forza Italia: “Il processo avviato dal governo Musumeci e volto a garantire la fuoriuscita dal precariato di migliaia di lavoratori sta proseguendo con la convinzione che è necessario fare il possibile per tagliare il definitivo traguardo della stabilizzazione di tutti i precari. Stiamo parlando di figure che, ormai, sono diventate indispensabili al fine di portare avanti l’attività delle amministrazioni in cui si trovano già inseriti”. Una tesi sostenuta anche dal centrista Pullara, di Onda: “Siamo riusciti a dare risposte solo ad alcune categorie di lavoratori, come gli ASU, gli ASACOM e i lavoratori del comparto igienico sanitario dei soggetti deboli, ma sono rimasti fuori, per esempio i lavoratori delle ex IPAB di cui si parla dall’inizio della legislatura. Non vorrei che anche questa Finanziaria possa portare con sé il solito strascico di polemiche relative ad interventi parcellizzati che ripeto, non sono altro che legittime risposte ai territori, ma forse, oggi, secondarie rispetto alle esigenze di ripresa economica”.