La Formazione professionale procede. Nel caos. Luglio doveva essere il mese buono per far partire i nuovi corsi su cui l’assessore Roberto Lagalla e la Regione Sicilia avevano investito tempo e denaro (il bando è da 135 milioni di euro). Ma un paio di episodi, negli ultimi giorni, sono tornati a minare la credibilità e l’efficienza del sistema.

Il primo giunge dritto dai tribunali e, in apparenza, non ha nulla a che vedere con l’Avviso 2, ossia il nuovo programma del governo: il Tar di Palermo, infatti, ha scongelato il vecchio bando della Formazione (Avviso 8), che porta in calce la firma di Rosario Crocetta e dell’ex assessore Marziano. I giudici hanno accolto “parzialmente” il ricorso di alcuni enti di formazione, dando disposizione all’Amministrazione regionale di ritirare fuori dai cassetti l’Avviso, rifare la graduatoria e spendere – finalmente – i 136 milioni messi a disposizione dall’Europa.

Magari non c’entra nulla con la Formazione professionale 2.0, ma è il sintomo di un percorso accidentato, con vista sul futuro. Antonello Cracolici, deputato regionale del Pd, ha colto la palla al balzo per evidenziare un “intoppo” di non poco conto anche nell’Avviso 2, quello di Lagalla, che sarebbe il caso di correggere piuttosto che impantanare con una pioggia di ricorsi: “Dall’11 giugno, una volta chiuse le iscrizioni, gli enti di formazione hanno scaricato le richieste di adesione degli allievi e presentato alla Regione una prenotazione di spesa per sostenere i corsi – riassume Cracolici –. Ma lo hanno fatto senza tener conto che il nome dello stesso allievo potesse comparire in cinque corsi contemporaneamente (lo consentiva il sistema al momento della scelta, ndr), mentre, all’atto pratico, avrebbe potuto frequentarne solo uno”.

“Il bando – argomenta Cracolici – conteneva al suo interno 135 milioni di euro, mentre gli enti avevano ricevuto un’autorizzazione pari a 240. Quel delta di un centinaio di milioni, essendo un bando a sportello, si risolveva con la teoria del “chi arriva prima”. Se io arrivo prima e ottengo la prenotazione di spesa, sebbene presenti lo stesso allievo in più corsi, tolgo la possibilità di ottenere il finanziamento a qualcuno che arriva dopo, magari coi 15 allievi distinti per ogni corso”.

C’è questo scenario, un pericoloso precedente, alla base dell’interrogazione parlamentare presentata dal Partito Democratico all’Ars: “Questo sistema lascia molte perplessità sul meccanismo proposto dal governo – rincara la dose Cracolici – Se uno che ha le carte in regola non trova soldi perché le spese sono state consumate da chi dichiara allievi “fittizi”, ne scaturisce una pioggia di ricorsi che rischia di bloccare ulteriormente il percorso della Formazione professionale”.

Da qui la richiesta di trasparenza: “So benissimo, come si è affannato a chiarire il Dipartimento regionale della Formazione, che poi gli allievi “doppioni” vengono cancellati e rimpiazzati da altri. Ma il problema non sono gli allievi, bensì gli enti. Chiedo alla Regione di pubblicare il catalogo degli enti che ha modificato gli allievi in corso d’opera e il catalogo di quelli che hanno inoltrato una previsione di spesa seguendo il criterio degli allievi differenziati. Se io venissi escluso dalle cifre a disposizione per questo meccanismo contorto, mi appellerei all’Onu e non solo al Tar”.

LAGALLA: “L’INDICAZIONE DI PIU’ PERCORSI E’ SOLO UNA PRE-ISCRIZIONE”

“Sono sorpreso da certe accuse – ha dichiarato l’assessore regionale alla Formazione Roberto Lagalla – Sarebbe bastato leggere bene il bando. L’indicazione contemporanea di più percorsi è solo una ‘pre-iscrizione’: quando si concretizzerà una delle iscrizioni, le altre automaticamente decadranno”. Un concetto già espresso dal dirigente del dipartimento alla Formazione, che Cracolici bolla come una “non risposta, perché il problema non sono gli allievi ma gli enti”.

L’avvio dei corsi, stando alle parole di Lagalla, è dietro l’angolo: “Venerdì terremo un incontro con sindacati e associazioni datoriali con i quali abbiamo percorso già molta strada in vista di un accordo che prevede le tutele così come riconosciute da un articolo dell’ultimo Collegato alla Finanziaria: le assunzioni insomma dovranno avvenire attraverso l’albo dei lavoratori. Dopo l’incontro di venerdì – aggiunge Lagalla – lavoreremo alla circolare applicativa in modo che si operi in modo omogeneo e per evitare fughe in avanti. Per la circolare credo servirà un’altra settimana. A quel punto, è tutto pronto. Toccherà agli enti”.