La Foss si libera di Tarantino

Entro il 10 febbraio verrà nominato il nuovo consiglio di amministrazione della Foss, la Fondazione Orchestra sinfonica siciliana. È questo l’impegno assunto dall’assessore regionale al Turismo Elvira Amata, che stamane ha ricevuto in assessorato i vertici regionali e aziendali di categoria dei sindacati Cgil, Cisl, Uil e Fials. Dopo quasi due anni, giunge al capolinea l’esperienza di Nicola Tarantino nelle vesti di commissario straordinario. L’uomo scelto da Manlio Messina, però, resta dirigente della Sicilia Film Commission, l’altro ricco feudo dell’ex assessore di Fratelli d’Italia (oggi vicecapogruppo dei meloniani alla Camera dei Deputati), che qualche settimana fa ha duramente attaccato Renato Schifani sulla gestione del caso Cannes.

A imporre il reset alla Foss è stata il neo assessore Elvira Amata, che ha preso il posto dell’altro patriota Francesco Scarpinato. Dopo un paio di giornate di scopero da parte degli orchestrali, è andato in scena un vertice coi sindacati: «Un incontro sereno e cordiale – sottolinea Amata – per comprendere le criticità croniche che attanagliano la Fondazione, ma soprattutto individuare le soluzioni che il cda dovrà mettere in campo. In tal senso, sarà mia cura dare un preciso mandato al prossimo consiglio di amministrazione affinché periodicamente avvenga una verifica sul raggiungimento degli obiettivi prefissati».

Dei cinque componenti del cda, due verranno nominati dall’assessore al Turismo e uno ciascuno dal presidente della Regione, dal sindaco di Palermo e dagli stessi lavoratori. Le procedure per la designazione dei componenti che saranno indicati dal Comune e dai dipendenti della Foss sono già state attivate. «L’interlocuzione avviata stamane dall’assessore Amata con i sindacati – ha detto il presidente della Regione, Renato Schifani – mira ad affrontare e risolvere in maniera concreta i problemi che affliggono una prestigiosa istituzione culturale che dà lustro al mondo artistico siciliano. Auspico che a breve i disagi e i motivi della protesta intrapresa dai lavoratori della Fondazione siano soltanto un lontano ricordo».

Paolo Cesareo :

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