Lorenzo Cesa è costretto ad abdicare: l’Udc, in Sicilia, vale pochino. Difficile superare la soglia di sbarramento (fissata al 5 per cento). Da qui la scelta di confluire nelle liste della DC Nuova di Totò Cuffaro, che prepara un’accoglienza tiepida e senza red carpet: “Ci sono delle regole che dovranno condividere e dalle quali non si potrà prescindere per far parte delle nostre liste”, anche se, chiarisce Cuffaro, “siamo ben lieti di aprire le porte a gente che ha i nostri stessi ideali e che condivide i nostri stessi valori”.

L’Udc, per le Politiche, aveva già deciso di aderire al contenitore di ‘Noi moderati’, affiancando il simbolo a quello di ‘Coraggio Italia’ di Luigi Brugnaro. E anche alle Regionali dovrà ripiegare su una soluzione più consona alle proprie dimensioni. Risicate. Con una postilla cui attenersi: “Non saranno presenti nelle nostre liste deputati ed ex deputati”, ha messo in chiaro Cuffaro. I big del partito cominciano a guardarsi intorno. Il toto Assemblea dà Mimmo Turano, assessore uscente alle Attività produttive e nome di peso nel Trapanese, vicino a un accordo con la Lega di Salvini. Ma difficilmente scatterà un seggio alle Politiche, come richiesto dallo stesso Turano. Più facile puntare a un ritorno a Sala d’Ercole. Un’altra posizione traballante è quella di Toto Cordaro, altro assessore uscente della giunta Musumeci, che qualche settimana fa aveva annunciato il ritorno a casa e ora potrebbe essere catapultato nelle liste del Carroccio.

Nel partito monta la tensione. Ester Bonafede, nelle vesti di dirigente nazionale, si scaglia su Turano: “Si è reso conto – ha detto a Live Sicilia – che forse non poteva essere garantita la sua rielezione, ha tolto la maschera e ha mostrato la sua vera identità, laddove ce ne fosse davvero bisogno. Ha tradito Cesa che ha sempre investito su di lui, tutta la classe dirigente regionale e tutta quella parte del popolo che ancora guarda con interesse a questo mondo e non si mostra”.

L’inserimento del Terzo Polo e di un suo candidato alle Regionali, ha complicato i piani di altri centristi. Ma Raffaele Lombardo, ad esempio, si è fatto trovare pronto ripresentando lo stesso simbolo di cinque anni fa – “Popolari e Autonomisti” – per tirare dentro gli uomini di Saverio Romano (“Noi con l’Italia”) e, notizia degli ultimi giorni, la famiglia Genovese, che con ‘Ora Sicilia’ (l’ex stampella di Diventerà Bellissima) ha scelto di federarsi al Mpa. Così sarà più facile puntare al 5% e far scattare qualche seggio fuori da Catania. Resta la curiosità, invece, sugli spostamenti dell’ex governatore di Grammichele, la cui presenza era stata annunciata in un collegio blindato per il Senato, ma in quota Fratelli d’Italia: lo stesso Lombardo ha smentito, dichiarando che “noi siamo e restiamo federati con la Lega”.