La Juve vince il nono scudetto di fila senza essere bellissima

La Juve sa vincere anche senza stravincere. Al termine della stagione meno appariscente, almeno sotto il profilo del gioco, ma anche per i gol subiti (più di trenta), la Signora porta a casa il nono scudetto di fila, il 36.esimo della serie, grazie al successo per 2-0 sulla Sampdoria (in rete Cristiano Ronaldo e, dopo due anni dall’ultima volta, Federico Bernardeschi). Primo titolo per Maurizio Sarri, molto contestato in alcuni tratti della stagione (ma veniva dopo i cicli di Conte e Allegri, e non era affatto facile mantenere gli standard). I bianconeri chiudono i conti con 180 minuti d’anticipo – ancora eccessivo il gap rispetto a Inter, Lazio e Atalanta – e possono concentrarsi sulla fase finale della Champions League, che riprenderà ad agosto dal ritorno degli ottavi di finale con il Lione. L’unica nota stonata per la Juve è l’infortunio muscolare a Paulo Dybala, che ne mette a rischio la presenza contro i francesi.

“E’ uno scudetto dal sapore forte, particolare: vincere è difficile, e continuare a farlo diventa sempre più complicato. Quando nello sport si dà qualcosa per scontato è una delle maggiori bugie del mondo. Stare così tanto ad alto livello non è certo una passeggiata, e trovare le motivazioni per andare avanti dopo aver vinto tanto non era facile, né scontato”. Maurizio Sarri, ai microfoni di Sky Sport, racconta le sensazioni vissute dopo aver vinto il suo primo scudetto. “E’ stato un campionato particolare – dice ancora l’allenatore bianconero -, durissimo, faticosissimo. Averlo vinto con due giornate di anticipo è un merito. Sono andato via prima del fischio finale per paura della secchiata, ho preferito aspettarli dentro, però mi hanno preso lo stesso”. Poi un commento su due giocatori decisivi per il nono scudetto consecutivo. “Cristiano Ronaldo e Dybala sono due fuoriclasse assoluti, fanno la differenza – dice Sarri – ed è chiaro che lo scudetto è in gran parte merito loro”. Infine una battuta: “Cosa ho detto ai ragazzi nello spogliatoio? che se avevano vinto con me, allora sono proprio forti”.

Paolo Cesareo :

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