Nuova prova della crisi interna al centrodestra all’Assemblea Regionale Siciliana. Sala d’Ercole ha bocciato, con voto segreto, il disegno di legge sulle Politiche abitative: 31 i voti contrari, appena 18 i favorevoli. Il centrodestra, pur presente con 26 deputati, non è riuscito a tenere la maggioranza, mostrando evidenti spaccature nella coalizione. I primi segnali erano arrivati già ieri, alla ripresa dei lavori parlamentari. L’assessora al Territorio e Ambiente, Giusi Savarino, ha subito precisato in Aula: “Il ddl bocciato era di natura parlamentare, non una proposta del governo regionale”. Una puntualizzazione che tuttavia non attenua l’effetto politico del voto, che secondo Savarino “conferma le tensioni causate dalle divisioni interne dopo le elezioni nei Liberi consorzi”.

Già nella seduta precedente era stato bocciato l’articolo 1 del disegno di legge, preludio del naufragio dell’intero testo. “Il clima è pesante, ma andiamo avanti con responsabilità. Il governo resta concentrato sulle priorità dei cittadini”, ha aggiunto Savarino. Intanto, tra accuse incrociate e richieste di rimpasto, si complica anche l’iter della cosiddetta “manovrina” da 50 milioni di euro, ora all’esame delle commissioni e attesa in Aula per la fine del mese. “La nuova sonora batosta in aula del governo, pesantemente battuto oggi in aula sul ddl stralcio della quarta commissione sulle politiche abitative, dimostra, ove ce ne fosse ancora bisogno, che la maggioranza di Schifani è ormai inesistente – scrivono i Cinque Stelle in una nota -. Lo confermano le ormai ricorrenti bocciature dell’esecutivo che arrivano puntualmente col contributo di grandi frange dei partiti che sostengono Schifani, pronte a togliersi numerosi sassolini dalle scarpe con la copertura del voto segreto. Ci chiediamo a questo punto come immagina, questo governo, di portare a casa le importanti riforme che la Sicilia attende da tempo in un clima di vendette trasversali alimentato dalla bramosia di poltrone, manifestatasi in occasione della nomina dei manager della sanità e ancora più recentemente in occasione delle elezioni di secondo livello per le Province”.