Come fosse una dose vaccinale aggiuntiva, ecco arrivare la nuova “fatica” editoriale del duo Palamara/Sallusti. Del resto sarebbe stupido, per l’editore, rinunciare ad un nuovo e scontato successo di pubblico. Tanti soldini ricopriranno “Lobby & Logge”, allo stesso modo in cui ricco è stato il bottino per il precedente libro “Il Sistema”.

Potrebbe pure considerarsi un fenomeno positivo visto che nel nostro Paese non si legge più e l’analfabetismo funzionale è a livelli da dopoguerra. Però (e c’è sempre un qualcosa di avversativo nelle cose italiane…) anche questa seconda opera reca un silenzioso sottotitolo alla Woody Allen.

“Tutto quello che avreste voluto sapere sulla pornografia della Giustizia italiana e non avete mai osato chiedere…”. Povera Minerva, sbirciata dal buco della serratura della camera da letto postribolare ed intenta alle più bieche ed inconfessabili manovre mercenarie. Ma questa ripresa figurativa delle cose racconta – come l’altra – solo e soltanto la perversione morale di coloro che hanno trasformato la Giustizia italiana in un bordello.

Così posta, la visione rischia di avvelenare la percezione di tutti gli italiani ed in questo il Sallusti è bravissimo nel suo ruolo di presentatore della puttana. Sembra dire: “Guardatela lì, la donna! Pensavamo che fosse pura, lontana da ogni corruzione e vizio. Invece, è peggio delle femmine dei lupanari di Pompei…”. E il fruitore finale Palamara gli fa da controvoce di questa apparente evidenza e, a sua volta, sembra dire: “Ma certo… è proprio così… la Giustizia italiana è solo una prostituta pronta a piegarsi al primo e voglioso cliente. Posso dirlo io che quel casino ho contribuito a fondare”.

Invece – care italiane e cari italiani (direbbe il nostro Presidente) – non è proprio così, non è affatto così. L’errore in cui vogliono farvi cadere è quello di una percezione focale orientata ed in cui nulla di ciò che si vede (dal buco della serratura) si manifesta come vero. Perché la donna, in quel postribolo, vi è stata portata con la forza, tirata per i capelli, stracciata nelle vesti e violentata contro ogni suo possibile volere.

Coloro che hanno posto in essere quella violenza fanno buon gioco a dire che tutti la praticavano, ma questo è un falso storico. In realtà solo coloro che sono entrati in quella casa di tolleranza e hanno consumato rapporti mercenari possono dirsi responsabili di quanto è accaduto. Gli altri hanno, forse, la colpa più grande ed è quella di non avere gridato – al mondo intero – ciò che stava accadendo.

Tra questi altri pongo la mia stessa voce che non ebbe la forza di elevarsi su mille e più silenzi. Il grido non avrebbe salvato Minerva dalla sua sorte miserabile, ma almeno avrebbe mondato la coscienza dal senso di colpa. Ciò detto, ogni volta che leggerete i dialoghi del libro “Lobby & Logge” della premiata ditta “Palamara e Sallusti”, ricordatevi del principio scientifico che il vecchio Albert Einstein cercava di insegnare ai suoi allievi: “Il problema non è nella risposta, ma nella domanda”.

Se non credete a questa regola scientifica cercate di trovare risposta a questo quesito: “Qual è il peso di un mattone che pesa un chilo più mezzo mattone?”. Ecco, ponete attenzione alle domande che il furbo interlocutore fa al suo deuteragonista per condurre il vostro sguardo solo e soltanto dentro il buco della serratura. Non fate ingannare la vostra percezione. Lì non vedrete di certo il difficile lavoro dei tanti magistrati onesti che – ogni giorno – cercano di affermare la Giustizia nel nostro Paese…