La Polizia ha disposto la chiusura per 5 giorni del Country Disco Club a Palermo. Mancavano le mascherine e il distanziamento sociale. Ma in giro per l’Isola è un pullulare di discoteche che riaprono dopo l’infinito lockdown. Al di là della necessità di tornare al lavoro – sacrosanto – anche per gli operatori della movida, si rischia di sacrificare la salute di tutti sull’altare dell’evasione e del divertimento. I casi d’allarme non mancano. Ne ha segnalato uno anche il direttore generale dell’Asp di Ragusa, Angelo Aliquò: “Ieri sera – ha scritto il manager, che sabato ha ricevuto la visita dell’assessore Razza – ho rinunciato ad uno spettacolo musicale perché io e la persona che mi accompagnava eravamo gli unici con la mascherina. Ho provato disagio come persona e per il mio ruolo. Il pericolo e i sacrifici di ieri e di oggi non hanno insegnato nulla. L’irresponsabilità dimostrata da molti limita la libertà e la sicurezza. Continuate a baciarvi e stringervi le mani, fregatevene della sicurezza degli altri, ma non piangete se ci troveremo di nuovo nel mezzo di una epidemia”.

Ieri e oggi i numeri in Sicilia sono tornati a bada: rispettivamente 7 e 3 “nuovi positivi”. Ma il ceppo che si è innescato qualche giorno fa a Catania e a Ganzirri, dimostrano che la risalita del contagio non è dovuta soltanto agli sbarchi. E che l’asintomaticità di molti soggetti non equivale alla certezza di restarne fuori. L’indice di contagiosità – il famoso Rt – ha superato ampiamente la soglia del rischio (è 1,55). Nell’ultima settimana i positivi sono triplicati rispetto a quella precedente. L’ondata di turisti in arrivo dalle altre regioni italiane – non mancano gli stranieri – potrebbero elevare i fattori di rischio. Anche l’assessore alla Salute Ruggero Razza, reduce da un’esperienza nell’hotspot di Pozzallo (“C’era quasi un centinaio di migranti, tutti ammassati sul molo dopo aver passato la notte lì”), ci tiene a non abbassare la guardia.

“Mi preoccupano gli assembramenti in strade, spiagge, supermercati e luoghi della movida – ha detto in un colloquio con il quotidiano ‘La Sicilia’ -. Non ci si può permettere un nuovo lockdown in autunno”. Dopo il crollo del Pil, “sarebbe il colpo di grazia per la nostra economia”. “Ci sono sostegni economici ai comuni rivieraschi per favorire il distanziamento sulle spiagge pubbliche”, ha garantito l’assessore. E’ allo studio “un protocollo regionale per la riapertura delle scuole, da sottoporre al tavolo con Roma di fine agosto”, stanno per partire “misure per il personale sanitario, come il vaccino anti-influenzale obbligatorio per gli over 65”. Musumeci, inoltre, non esclude nuove misure restrittive. Da un lato aleggia il terrore che tutto, di nuovo, possa fermarsi. Dall’altro la scarsa consapevolezza del rischio. Non esistono vie di mezzo. Nel frattempo ci si assembra.