Un altro atto d’accusa si abbatte sulla martoriata gestione del turismo siciliano. Dopo gli affondi del M5s e dell’autorità di Audit della Regione, che contestavano gravi irregolarità sull’utilizzo dei fondi per l’iniziativa “SeeSicily” (con specifico riferimento alle spese per la “comunicazione”), ora interviene anche l’Europa. La “Regio”, la Direzione generale della Politica regionale e urbana della Commissione europea, ha inviato al governatore Schifani un documento che minaccia la possibile interruzione “dei termini di pagamento alle operazioni connesse” al programma stipulato dall’ex assessore Manlio Messina e finanziato lautamente con la Finanziaria di guerra del 2020. Per una cifra intorno ai 75 milioni di euro a valere sui fondi Fers.

La Regione, come riporta il quotidiano ‘La Sicilia’, vuole “effettuare verifiche supplementari”, in base a “informazioni” sulla “possibilità che le spese siano connesse a irregolarità con gravi conseguenze finanziarie”. Il destinatario della nota è l’ambasciatore Vincenzo Celeste, rappresentante permanente dell’Italia presso l’Ue. Ma la comunicazione è indirizzata anche ad altri vertici comunitari, all’ispettore generale capo del ministero dell’Economia, all’Agenzia per la coesione e alle Autorità di gestione, certificazione e audit della Regione Siciliana. Il punto di partenza è appunto la Rac (Relazione annuale di controllo) da cui emerge il primo dato sconfortante. Sulle operazioni di “SeeSicily”, scrive Mario Barresi, sono stati effettuati controlli a campione sul periodo contabile 2020/21: su 2.720.473 euro imputati alla voce «Pernottamenti» sono state individuate «irregolarità» pari 735.089,25 euro; sulla «Promozione del programma» sarebbero illegittimamente spesi 680.118 euro su 2.813.159 verificati.

La Regione, attraverso una successiva ricognizione dell’Audit, ha ammesso una prima tranche di irregolarità pari a 1,7 milioni di euro. Ma non basta. Nella cura suggerita da Bruxelles rientrano parecchie misure: innanzi tutto, bisogna «riesaminare le verifiche di gestione delle operazioni connesse a “SeeSicily” al fine di garantire che siano stati selezionati solo progetti in possesso dei requisiti di ammissibilità». Poi è necessaria la «ripetizione della verifica del rispetto delle norme sugli appalti pubblici e dell’ammissibilità delle spese per le operazioni connesse a “SeeSicily”». Serve inoltre una «rettifica finanziaria», a cura delle autorità nazionali, «se è confermato il mancato rispetto delle norme, per le spese passate e per tutte le spese nuove da dichiarare». Infine il passaggio più sottile e pesante sulle «verifiche del rispetto delle norme sugli appalti per le operazioni connesse a “SeeSicily”, se è confermato il mancato rispetto delle norme».

La Commissione Ue non transige e chiede di essere informata circa le misure «atte a prevenire il ripresentarsi delle carenze individuate», che comunque saranno «oggetto di verifica». In ogni caso, l’Italia dovrà confermare che, «nelle future richieste di pagamento per il programma in questione» tutte le spese dichiarate saranno «ottenute con l’impiego di un sistema di gestione e di controllo esente dalle carenze/irregolarità riscontrate». Sullo sfondo, in ogni caso, resta il pericolo più grave già accennato: la Commissione si riserva di «interrompere i termini di pagamento di eventuali future richieste nell’ambito del programma in questione, compreso il pagamento del saldo in seguito alla liquidazione dei conti annuali», finché tutte le questioni segnalate «non saranno risolte» e il capo della “Regio” non avrà «ottenuto sufficienti garanzie riguardo alla legittimità e alle regolarità del programma in questione».

Schifani, oltre a garantire i compiti a casa, dovrà fare le proprie valutazioni politiche. L’unica contromossa adottata all’indomani dello scandalo, riguarda la valutazione collegiale in giunta delle spese adibite dai singoli assessorati a specifiche campagne di comunicazione. Il valore di questa voce, nel caso di SeeSicily, si era gonfiata a dismisura, passando da 4 a 23 milioni. Un azzardo che Palazzo d’Orleans rischia di pagare a carissimo prezzo.

M5s: Schifani tolga il turismo a Fratelli d’Italia

“Su See Sicily si muove addirittura il vertice della Commissione europea, a testimonianza che sulla vicenda, per la quale abbiamo presentato anche un esposto alla Corte dei Conti, ci avevamo visto lungo. Ora la Regione dovrà dare risposte non solo alla politica, ma anche, e soprattutto, a chi vigila sull’utilizzo corretto dei fondi europei. Schifani liberi l’assessorato al Turismo dall’ ingombrante e dannosa presenza di Fratelli d’Italia che, con Cannes prima e con See Sicily dopo, ha dimostrato solo di saper fare danni”. Lo dice il deputato del M5s, Luigi Sunseri.

Stessa richiesta arriva dal capogruppo Antonio De Luca, che torna a chiedere che di See Sicily si occupi il parlamento regionale con una seduta ad hoc a sala d’Ercole. “L’abbiamo già chiesto da tempo – dice Antonio De Luca – ma non abbiamo avuto alcuna risposta. È indispensabile un confronto che non sia solo sui giornali ma davanti a tutta la deputazione regionale e ai cittadini, che devono poter ascoltare. È una battaglia che va oltre al caso specifico, ma che investe il corretto uso dei fondi europei in generale, che devono essere spesi tutti e bene, cosa che spesso il governo Musumeci non ha fatto. Schifani ha la possibilità di recuperare nei prossimi mesi, ma per farlo deve dare un forte segnale di discontinuità rispetto al passato”