Giorgia Meloni, sabato, ha vissuto due momenti catanesi. Il primo, più istituzionale, alla gigafactory 3Sun, del gruppo Enel, che si appresta a passare, entro la fine dell’anno, dagli attuali 200 megawatt (MW) circa a 3 gigawatt (GW), diventando così la più grande fabbrica per la produzione di celle e moduli solari in Europa. In serata, invece, la premier si è recata al Comune, ospite del sindaco Trantino, per partecipare alle celebrazioni per Sant’Agata.

La Meloni, che ha ricevuto anche qualche fischio da parte della piazza, ha assistito al concerto del coro del Teatro Massimo, lasciato un messaggio sul libro d’onore di Palazzo degli Elefanti e si è prestata ai numerosi selfie richiesti dai suoi colonnelli. Fra i più attivi Manlio Messina, vicecapogruppo di FdI alla Camera e Gaetano Galvagno, presidente dell’Ars. Non è mancato un saluto affettuoso con Nello Musumeci e un colloquio cordiale con Renato Schifani.

Al suo arrivo alla 3Sun, Meloni – con il ministro Fitto ad ascoltarla in prima fila – ha ribadito la scommessa di “far diventare Catania uni dei poli più importanti nel settore dei pannelli fotovoltaici” e ha annunciato un nuovo Accordo di sviluppo e coesione fra il governo centrale e la Regione. Non gli credono quelli del Pd: “Speriamo non sia lo stesso film visto negli ultimi mesi – dice il segretario Anthony Barbagallo – Roma che attinge alle risorse dei siciliani per finanziare i capricci del governo in vista delle prossime elezioni, a scapito del Mezzogiorno e della Sicilia. E’ quanto accaduto con 1 miliardo e e 300 milioni per il Ponte e con gli 800 milioni per i rifiuti decisi con decreto legge”.