Eva bene, tutti indignados perché Meloni ha fatto l’ironica sulla flotilla e il relativo sciopero generale. Ma a parte che difendersi con una punzecchiatura da gente che ti accusa di complicità nel genocidio, niente meno, è il minimo sindacale; la cosa però più grottesca, nei media e nella politica italiani, è la pippobaudizzazione della flotilla. La cui crociera è finita da quattro giorni oggi, sono tutti tornati e stanno bene, ma non si parla d’altro, e si dà spazio a vip e comparsucce come quando dipartì il celebre Pippo. Una cerimonia degli addii tramutata in soap.

L’impresa non c’è stata, o se anche è appena cominciata è già finita, come cantava Sergio Endrigo. Gli effetti umanitari (solo presunti) politici e geopolitici della missione della Global Sumud Flotilla non si sono visti. Né tantomeno s’è visto il massacro degli attivisti, la riduzione in schiavitù, la tortura in mare aperto. Niente. Tant’è che la stampa internazionale, anche quella criticamente o pregiudizialmente ostile a Israele, si è limitata a una sobria cronaca. Ma non così in Italia, dove trasformare un fatto in uno sbrodolamento sentimentale in chiave populista, e ovviamente antigovernativa, è specialità della casa.

E dunque, mentre la flotilla appena cominciata è già finita, ecco i social, poi i siti d’informazione e infine le testate wannabe mainstream riempirsi di articoli, denunce, testimonianze dei sopravvissuti alla più grande battaglia navale dai tempi delle Midway. Solo in chiave grottesca, appunto. Pippobaudizzata. C’è l’immagine dei Quattro parlamentari dell’Ave Maria che sbarcano a Fiumicino, belli freschi (del resto li hanno rimandati per primi, “ma non c’è stato alcun favoritismo”, dicono, che brutta cosa il populismo). C’è l’eurodeputata Avs Benedetta Scuderi, quella che aveva denunciato come ignobile violenza la sottrazione dell’Amuchina e della crema solare, che ora dà pubblica testimonianza ovunque, ma dopo essersi avvolta in kefiah nuova di boutique. C’è Saverio Tommasi embedded di Fanpage, manco fosse Sacco e Vanzetti in una sola persona, che grida alla “tortura” e al “non riconoscimento dei diritti umani”. E’ stato persino preso in giro, gli dicevano “scemo o imbecille”, ridevano di lui. Insomma più che tortura bullismo da liceo. Però “ci davano comandi come fossimo animali”: in piedi, seduti. Immaginiamo milioni di casalinghe di Voghera in lacrime dall’emozione, come davanti alle testimonianze di Mara su Pippo. Continua su ilfoglio.it