La strada che porta alla nomina dei manager della sanità è interrotta da un altro cantiere. A porre i paletti, in maniera decisa, è Raffaele Lombardo, leader del Mpa, che si è scagliato contro la proposta di Schifani di scegliere i 18 direttori generali dalla rosa dei “maggiormente idonei”, di cui fanno parte 49 nomi. Secondo un decreto del 4 agosto, infatti, la commissione giudicatrice, al termine dei colloqui, avrebbe indicato l’elenco dei “maggiormente idonei” e quello degli “idonei”, ed è a quella scrematura che il presidente della Regione vorrebbe far riferimento per allentare la tensione dei partiti.

Lombardo la vede diversamente: “Finiamola, c’è qualcuno che gioca. C’è un bando e parla chiaro: esiste un unico elenco di idonei. Altrimenti finisce a casino”. Il riferimento dell’ex governatore è a un successivo decreto dell’assessorato, datato 2 ottobre, che riunisce i due elenchi in uno solo, come richiesto in estate dagli Autonomisti e dalla commissione Salute dell’Ars: “Oggi – ha detto Lombardo parlando a margine della riunione con gli amministratori catanesi del suo partito – c’è bisogno di nominare dei manager all’altezza. C’è già un elenco con gli idonei: non serve pensare a due, tre, quattro elenchi”.

Anche la bozza di riforma della sanità, che cancellerebbe la legge del 2009 confezionata dal suo governo, e dall’ex assessore alla Salute Massimo Russo, lo lascia perplesso: “Vogliono aumentare le unità sanitarie locali, come una volta. Noi le abbiamo ridotte e adesso, col sistema sanitario è in una condizione disastrosa, propongono di aumentarle”. La bozza, che circola da settimane, è stata parzialmente smentita dall’assessore Volo, che ha parlato di “mera ipotesi di studio”.

Sul fronte della sanità, intanto, continua la contrapposizione fra l’assessorato e il Cimest, in rappresentanza delle strutture accreditate esterne. Ieri l’incontro a Palermo, da cui è stato lanciato l’ultimatum: “Se entro il 10 novembre non vedremo il decreto firmato, a cominciare dall’1 dicembre chiuderemo gli ambulatori fino a data da destinarsi”. Come riporta il Giornale di Sicilia, il decreto in questione “è quello promesso dall’assessorato regionale alla Salute, che lo scorso aprile si era impegnato davanti ai rappresentanti di categoria a stanziare 12 milioni di euro per abbattere le liste d’attesa dei privati accreditati, oltre agli 11 milioni previsti nel 2022, risultati da accantonamenti. Il provvedimento finora non è arrivato, mentre noi, fiduciosi, abbiamo continuato ad operare in extrabudget. Poi, la beffa: ci è stato assicurato che il decreto arriverà a breve ma riguarderà solo le prestazioni inserite nel Cup. Una promessa che per noi equivale a una presa in giro, perché le visite che svolgiamo con questa modalità sono una parte esigua delle prestazioni convenzionate con il pubblico, per la maggior parte svolte in regime di extrabudget. E noi per questa fetta vogliamo essere coperti”.