Tra le prime reazioni alla lettera di Luigi Di Maio sul Foglio, c’è quella di Matteo Renzi, leader di Italia Viva e presidente del Consiglio (in quota Pd) all’epoca della gogna contro il sindaco di Lodi: “Cinque anni dopo Di Maio si scusa. Pubblicamente. Creando un ‘clima infame’ – prosegue Renzi – hanno vinto le amministrative 2016. Ma adesso si scusano, segno che qualcosa sta davvero cambiando. Meglio tardi che mai”. Simone Uggetti, invece, non si espone: “Ho letto la dichiarazione di Di Maio nei miei confronti ma, su quanto detto, devo ragionarci bene prima di commentare”, ha spiegato l’ex sindaco. Commentando l’esito dell’appello sul Corsera, invece, Uggetti ricorda le sue prigioni (trascorse dieci giorni nel carcere di San Vittore, prima di essere trasferito ai domiciliari: “Mamma santa, quante me ne han fatte! Si sono inventati cose sulla mia famiglia, han detto che gestivo un sistema di potere. Sistema di potere! Io, che mi facevo un mazzo così a riparare lampioni e riempire buche! Tutti sparlavano di me. I giornalisti fissi sotto casa. Guardavo le tv come se non ci fosse stato un domani, non potevo dire niente per difendermi”. E ancora: “Feci 4-5 colloqui con gli psicologi di San Vittore, avevano paura che mi suicidassi. Ma il problema non era stare dentro: era l’onta del carcere. Essere costretto a dimettermi da sindaco e anche dal mio lavoro. Fino al giorno prima, stai dettando l’agenda a un’intera provincia per 14 ore al giorno. Il giorno dopo, non sei più nessuno. E non hai più nulla da fare”.