Ricordate i “pontieri” e il tentativo di dialogo, chiuso e riaperto a più riprese, fra la maggioranza di governo e il Movimento 5 Stelle? La replica di un esecutivo gialloverde, che ogni giorno di più cambiava il suo stato da “impossibile” a “probabile”, si sviluppava attorno al tema caldo dei rifiuti. Tema sul quale Musumeci sembrava pronto a imbastire più di un dialogo coi grillini. Ebbene, fermi tutti. Quell’apertura non c’è mai stata.

A denunciarlo è Giampiero Trizzino, deputato regionale del M5S all’Assemblea Regionale e membro della IV Commissione: “Musumeci lo aveva annunciato sui giornali, ma la realtà è un’altra. Dopo un dibattito serrato in Commissione Ambiente, il nostro disegno di legge sui rifiuti è sparito. E l’apertura tanto sbandierata non c’è stata. Il presidente vuole risolvere la questione da solo. Ma, così facendo, finirà la sua corsa contro un muro”.

“Grazie alla nostra spinta – sostiene Trizzino – Musumeci aveva depositato un proprio ddl. La presidente Giusy Savarino, del suo stesso partito, ci ha dato quattro giorni di tempo per presentare emendamenti alla riforma più importante dell’Isola – si arrabbia il deputato –. Ne abbiamo presentati duecento, ma non li hanno tenuti in considerazione. Questa non è collaborazione, ma attività politica ordinaria in cui prevale la logica di maggioranza e opposizione. E resto convinto che il disegno di legge del governo e approvato in Commissione coi voti della maggioranza non serva a nulla. Perché non è applicabile in uno stato d’emergenza”.

Non va bene il ddl, ma nemmeno l’ordinanza del 7 giugno. Basta scorrere al suo interno, e soffermarsi sull’articolo 3, per capire la sciagura a cui numerosi Comuni rischiano di andare incontro. Se entro il 31 luglio i 390 enti locali siciliani non firmeranno un contratto per trasportare i rifiuti indifferenziati all’estero (nella misura non eccedente il 30% di quelli prodotti, cioè quelli che non finiranno in discarica), rischiano il commissariamento e la decadenza degli organi comunali: “Musumeci ha firmato una follia e deve subito ritirare l’ordinanza – ribatte Trizzino – Poteva essere applicata a inizio legislatura, per tamponare l’emergenza, ma adesso non ha senso”.

Riassumendo: quattro aziende (tre siciliane e una di Bolzano) hanno aderito al bando, impegnandosi a spostare, dal prossimo 1 ottobre, i rifiuti all’estero (via terra o via mare): “Ma le stesse – obietta Trizzino – non hanno detto dove li portano, né hanno stabilito un piano tariffario. Così, non essendoci un tetto regionale, potrebbero sparare qualunque cifra. Si stima che questo servizio costi ai Comuni 20 milioni di euro: ma è una cifra che ad agosto non vale nulla, dato che in Sicilia arrivano migliaia di turisti e la produzione dei rifiuti si moltiplica. E poi, come fanno 390 comuni a chiudere dei contratti con quattro aziende diverse in appena venti giorni? Immaginare che tutti debbano essere commissariati – compresa Catania, la città di Musumeci – è una prospettiva folle. E anche se andasse in porto questa cosa, a novembre ci ritroveremmo coi soliti problemi”.

Trizzino non digerisce la “guerra” ai Comuni da parte del governatore: “Abbandonarli in questa fase è un comportamento istituzionalmente irresponsabile. E’ come se un amministratore si rendesse conto di non saper risolvere i problemi di un condominio e imputasse ogni colpa agli inquilini. La gestione dei rifiuti è una cosa davvero complessa e non vorrei essere al posto di Musumeci – ammette candidamente il deputato 5 Stelle –. Ecco perché credo che l’unica proposta utile, al momento, sia quella di far intervenire l’esercito per raccogliere la spazzatura dalle strade. Lo abbiamo chiesto al Ministro dell’Ambiente Costa”. Una proposta già rispedita al mittente da Musumeci: “L’esercito andrebbe impiegato contro i delinquenti e la criminalità”.

Al problema ambientale si somma quello d’immagine: “Ai turisti basta fare una passeggiata nel cuore di Palermo per rendersi conto di quanto succede, non serve che i giornali glielo raccontino” commenta Trizzino. Parlare con il governo è diventato difficile ma non impossibile: “Un appello? Accettino i nostri duecento emendamenti al ddl, nessuno escluso, ritirino l’ordinanza, e facciano riemergere il piano stralcio presentato qualche mese fa, in Commissione, dall’assessore Pierobon. Conteneva proposte ragionevoli, ma non si sa che fine abbia fatto. Da questi tre elementi può ripartire la discussione”.

SAVARINO: “LA MIA CHIUSURA AGLI EMENDAMENTI? NON RISPONDE AL VERO”

Tirata in ballo nell’intervista da Trizzino, la presidente della Commissione Ambiente all’Ars, Giusy Savarino, ha risposto con una nota: “Leggo polemiche pretestuose dei Cinque Stelle sui rifiuti – scrive la rappresentante di Diventerà Bellissima -. Ci si lamenta di un mio atteggiamento di chiusura in commissione. Non risponde al vero. Io ho accolto tutte le richieste dei colleghi di tutti i colori politici, ascoltato in commissione tutti, allungato i termini per gli emendamenti di altri sette giorni, fino a lunedì, proprio su richiesta dei colleghi e alla luce delle sollecitazioni avute dalle tante audizioni fatte. Ho pubblicamente dichiarato, in totale sintonia col presidente Musumeci, di essere disponibile al dialogo con tutte le forze politiche, e l’ho dimostrato coi fatti”.

Poi riparte l’offensiva contro i grillini: “Ci dicano piuttosto i M5S se sono in sintonia con loro stessi, e con quanto scritto nel ddl sui rifiuti che hanno presentato in Ars e su cui hanno chiesto l’urgenza, ddl che è del tutto simile a quello del governo, per cui si potrebbe lavorare collaborando in maniera spedita. Lo dicano ai siciliani se, come fatto negli ultimi anni, si vuole continuare a mettere la polvere sotto il tappeto e, come temo, in una materia emergenziale, invece di trovare soluzioni si vuole perdere tempo, cercare la polemica politica e rinviare tutto a settembre. Noi abbiamo un compito che è quello di risolvere i problemi dei siciliani, senza perderci in chiacchiere e polemiche sterili, di cui i siciliani sono oltremodo stanchi. Un compito che intendiamo onorare”.