Ai tempi d’oro del varietà, Rosario Fiorello lo chiamava Vercingetorige. Il fantasista siciliano voleva evocare la rozzezza che spesso finisce per segnare il carattere del colonnello al quale la Meloni ha affidato la trattativa con gli alleati del centrodestra in vista delle elezioni regionali. Ma Ignazio La Russa è andato molto al di là del disegno tracciato da Fiorello. Oggi l’immagine del barbaro che sfidò Giulio Cesare gli sta addirittura stretta. Perché lui è diventato un tagliatore di teste. Ha tagliato quella di Raffaele Stancanelli, di Stefania Prestigiacomo, di Barbara Cittadini e per metà anche quella di Renato Schifani. L’altra metà la taglieranno i moderati di Forza Italia, sconcertati da questo immondo teatrino. ‘Gnazio ha un solo obiettivo: radere al suolo Micciché e gli uomini di Miccichè. Ci sta riuscendo. Berlusconi non è riuscito a fermarlo.