Senza la concorrenza di ‘Di Martedì’, con Floris non ancora rientrato dalle “ferie”, Bianca Berlinguer è riuscita a stupire in negativo. La seconda puntata di “E’ Sempre Carta Bianca”, in onda su Rete 4, ha ottenuto la media di 939 mila spettatori con il 7 per cento di share (quasi tre in meno rispetto all’esordio). Dati che le sono valsi il nuovo selvaggio attacco del sommo critico del Corriere, Aldo Grasso.

“Due o tre cose che so di Bianca Berlinguer. Ci sarà tempo per parlare di «È sempre CartaBianca» (siamo ancora a «Non è la Rai»), la recensione potrebbe essere scritta senza guardare il programma, tanto è sempre il solito circo. Ma il suo passaggio a Mediaset mi ha ricordato molto quello di Roberto Mancini all’Arabia Saudita – scrive Grasso -. Ha ribadito che resterà sempre una donna di sinistra (anche se a «#cartabianca» non lo ha mai dimostrato), che in Rai aveva avvertito le pressioni dei partiti (già, dimenticavo: ha diretto il Tg3 per l’intervento diretto dello Spirito Santo), che è stata affascinata dai segnali di pluralismo di Pier Silvio Berlusconi («segnali di pluralismo» is the new «conto in banca»).

L’idea che mi sono fatto, potrò anche sbagliare, è che Bianca Berlinguer abbia vinto alla Lotteria. Il suo talk è sempre stato modesto (gli ascolti di «#cartabianca» non sono mai stati esaltanti), non c’è mai stata una puntata degna di essere ricordata come esempio luminoso, ha avuto bisogno del teatrino iniziale con lo scrittore di montagna per sciogliere la rigidità di pensiero prima di quella della «postura» (l’osteria di Mauro Corona fa questi miracoli). Sulla responsabilità di aver dato spazio ad Alessandro Orsini risponde nella maniera più qualunquista possibile: «Piaccia o non piaccia, il professor Orsini esprime un punto di vista in cui molti italiani si riconoscono».

I nuovi dirigenti della Rai non si sono accorti che avevano già una trasmissione che non avrebbe mai dato fastidio alla loro linea politica (semmai, pareva più vicina a Conte che alla Schlein) e a Mediaset serviva una brand di sinistra senza essere di sinistra: bingo! Come ha giustamente scritto sul «Foglio» Carmelo Caruso, «sono serviti 40 anni prima che Bianca Berlinguer si liberasse della Rai e del suo cognome. Solo Mediaset ce l’ha mostrata per quello che è: una straordinaria giornalista reazionaria, costretta a partecipare alle feste dell’Unità». L’impressione è che Bianca Berlinguer a Rete4 si trovi bene, che aspiri a diventare la prima della classe senza quella classe che la storia di Rai3 esigeva. Ora, stretta fra Mario Giordano e Francesco Borgonovo, può finalmente vergognarsi di aver condiviso un giovanile entusiasmo collettivo”.