“Gli attacchi e le trappole si moltiplicheranno”, scandisce Giorgia Meloni davanti alla platea di delegati plaudenti accorsi per l’Assemblea nazionale. Il suo podio prende le sembianze di un bastione della Fortezza Bastiani, il mitologico avamposto nel nord descritto dalla fervida immaginazione di Dino Buzzati, consumato dall’attesa dell’attacco dei barbari che non arriva mai. “Ci attaccano perché diamo fastidio”, dice la premier come se nessun governo prima del suo fosse stato messo sotto la lente d’ingrandimento dalla stampa e criticato dalle opposizioni. Denuncia “dossieraggi e fake news contro di noi”, mette in guardia da “attacchi e trappole che si moltiplicheranno”.

A che cosa si riferiva esattamente, si chiede a uno dei delegati muniti di badge di riconoscimento bianco e blu, i colori di Fratelli d’Italia. “Ma che ne so, lo dice sempre”, ridacchia con una scrollata di spalle, infila gli occhiali da sole e se ne va. Dentro aria condizionata e gioco di luci per far risaltare il palco, fuori l’assedio immaginario di cameraman e cronisti nel caldo tardivo di Roma. Anche il luogo scelto si presta bene al fortilizio che Meloni sembra voler plasmare con i suoi moniti e i suoi avvertimenti. Il centro congressi che ospita il corpaccione del partito è alla fine di una stradina senza uscita a una manciata di metri da piazza di Spagna, una porta a vetri è sbarrata da alcuni bodyguard con auricolare d’ordinanza. Continua su Huffington Post