Ma chi se ne frega se la Sicilia brucia, se gli aeroporti scoppiano, se i turisti annegano nel caos, se Catania è senza voli, senza acqua e con l’elettricità che va e viene. In compenso l’Isola è un gorgoglio di festival: di jazz, di lirica, di libri, di canzoni, di cinema e di moda. Da Palermo a Taormina, da Morgantina a Siracusa è un trionfo – a volte persino esagerato – di cultura e teatro antico. E chi se ne frega se gli alluvionati di Trapani e dintorni aspettano ancora i ristori per rimettere in piedi le strade, le case e le campagne devastate dal fango e dalle frane. I deputati della maggioranza, accovacciati al fresco dell’Ars, hanno scardinato la voce di bilancio destinata ai danni del maltempo; hanno prelevato 670 mila euro e hanno finanziato decine di sagre e festicciole. In Sicilia non si governa. Si gode spendendo. Senza misura. Spesso senza senso.