La campagna dei vaccini non ingrana, tutt’altro. In base al nuovo report settimanale del commissario nazionale Figliuolo, su una platea di 342.909 ultraottantenni, solo 197.115 hanno ricevuto almeno la prima dose. Cioè il 57,48% (la media nazionale è dell’81%). A livello locale, tre regioni – Emilia Romagna, Toscana e Veneto – e la provincia di Trento hanno somministrato almeno una dose ad oltre il 90%. La Sicilia è anche fra le nove regioni al di sotto della media nazionale per quanto riguarda le vaccinazioni della fascia 70-79 anni: sono stati vaccinati solo il 36,2% dei 476.607 che ne hanno diritto, contro il 45 della media italiana. Mancano all’appello pure 18.530 ospiti delle strutture sanitarie, il 15,8% del totale.

Anche la categoria dei docenti fa registrare notevoli ritardi: solo il 50% della popolazione scolastica censita ha ricevuto il siero di AstraZeneca. Ed è proprio qui l’inghippo: nessuno vuole il vaccino dell’azienda anglo-svedese. L’effetto psicosi, nonostante i numeri di discreti di questi giorni, si è abbattuto sull’Open Weekend promosso dalla Regione (che va avanti per tutto oggi). Da giovedì scorso a oggi (il dato è delle ore 17), hanno ricevuto una dose oltre 103 mila persone, il 22% in più rispetto ai quattro giorni precedenti. C’è stata una netta prevalenza di Pfizer, con oltre 77 mila somministrazioni, mentre con AstraZeneca sono state vaccinate circa 16 mila persone e con Moderna oltre 10 mila. Continuerà ogni giorno, per gli over 80, la possibilità di vaccinarsi senza prenotazione. Basterà recarsi in tutti gli hub provinciali e nelle strutture sanitarie rifornite con Pfizer e Moderna, muniti di documento di identità e tessera sanitaria. Una iniziativa per accelerare ulteriormente la campagna vaccinale nell’Isola.

Dal 16 al 22 aprile, invece, la Sicilia è tra le otto regioni che non hanno raggiunto gli obiettivi di Figliuolo: la media è stata di 23.171 dosi al giorno anziché 25.429, il 9% in meno. Le 14.700 dosi di Johnson &Johnson andranno invece ai medici di famiglia, così come le 34mila di Moderna. L’unico vaccino che per ora non scarseggia è AstraZeneca: nei frigoriferi ce ne sono oltre 100 mila dosi.

Il bollettino di sabato

Sono 1.061 i nuovi positivi al Covid19 in Sicilia su 21.800 tamponi processati, con una incidenza del 4,9%. La Regione è quinta per numero di contagi giornalieri. Le vittime nelle ultime 24 ore sono state 6 e portano il totale a 5.292. Il numero degli attuali positivi è di 25.510, con incremento di 299 casi rispetto a ieri. I guariti sono 756. Negli ospedali i ricoverati sono 1.415, 2 in più rispetto a ieri, quelli nelle terapie intensive sono 171 (-8). La distribuzione dei nuovi casi tra le province, vede Palermo con 378 casi, Catania 148, Messina 146, Siracusa 123, Trapani 26, Ragusa 116, Caltanissetta 65, Agrigento 55, Enna 4.

La protesta dei ristoratori: noi ostaggio del coprifuoco

“Il coprifuoco alle 22 è inapplicabile. Significa dire ai turisti di starsene a casa”. Nunzio Barrera e Filippo Frasca, entrambi proprietari di strutture ricettive, mandano un messaggio forte alle istituzioni: “Vedete dove siamo finiti? In mezzo a una strada”, dice Barrera, mostrando alle sue spalle la riproduzione di una camera da letto. Siamo nei pressi della chiesetta di Punta Secca, nel cuore del flash mob che coinvolge i ristoratori e tutte le attività provate da un anno di chiusure. A poche centinaia di metri c’è la casa del commissario Montalbano, che ha fatto la fortuna delle provincia di Ragusa. Il comitato dei ristoratori siciliani, che nei giorni scorsi si è speso in un incontro (improduttivo) anche con Musumeci, scende in piazza: “Chiediamo che il governo dell’isola si faccia carico delle difficoltà atroci di un settore che è trainante per l’economia e che sta pagando un prezzo più alto degli altri”, dice Giuseppe Fiaccavento, uno dei promotori.

Ma qui le persone coinvolte sono parecchie. Vincenzo Mormina, proprietario di un ristorante a Marina di Ragusa, vuole vederci chiaro: “Non capisco l’utilizzo di due pesi e due misure: se gli autogrill o gli alberghi lavorano regolarmente, perché io non posso fare lo stesso? Se mi daranno una risposta convincente, cosa che non è mai avvenuta, sono disposto a chiudere per sempre. Perché al primo posto viene la salute”. C’è anche lo chef Ciccio Sultano, due stelle Michelin: “Che pazzia è – osserva – permettere a un cinema di aprire al chiuso e vietarlo a un ristorante?. Qui c’è aria di persecuzione”. Qualcuno invoca un nuovo dialogo col governo Musumeci. Poi, per molti di loro, potrebbero cominciare a scorrere i titoli di coda.

Patrizia Di Dio (Confcommercio): le istituzioni hanno fallito

“La proroga della zona rossa a Palermo è la conferma del fallimento delle istituzioni nella gestione dell’emergenza sanitaria. Ormai è chiaro che la zona rossa è la scelta più facile per chi decide, toglie ogni responsabilità. Poco importa che, in oltre due settimane, i numeri del bollettino non sono regrediti, ammesso che qualcuno sia in grado di certificare la correttezza dei dati che avrebbero giustificato questa ennesima proroga. E la campagna vaccinale procede incredibilmente a rilento. Del resto, cosa ci possiamo aspettare da una sanità che viene amministrata a interim nei “ritagli di tempo”, da quasi un mese senza l’assessore di riferimento?”. Lo ha detto Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo, dopo la decisione di prorogare la zona rossa a Palermo.