L’annuncio arriva alle dieci di sera. “Green light dalla Commissione europea” al Recovery plan dell’Italia, dice Mario Draghi ai ministri che siedono intorno a lui al tavolo di palazzo Chigi. Green light, disco verde: c’è l’accordo politico, il premier parla di “aspetti marginali” ancora da chiarire, ma il Consiglio dei ministri che inizia dodici ore dopo la prima convocazione e soprattutto la trattativa con Bruxelles dicono che il semaforo è diventato verde con fatica. Tanta. E dicono anche che le riforme – il fulcro del Recovery su cui si appoggiano 221,5 miliardi – vanno sistemate: più dettagli sui contenuti e sui tempi di attuazione. La missione Recovery di Draghi, la più importante insieme ai vaccini, si macchia di una giornata fatta di discussioni tra Roma e Bruxelles. E si risolve, non per questo cancellando quello che è accaduto, solo con il peso politico delle telefonate ai big europei: la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il suo vice Valdis Dombrovskis e il commissario all’Economia Paolo Gentiloni. Continua su Huffington Post