Mi consentano – con la “s” strascicata, il riporto, i tacchi e un bel po’ di miliardi, stessa età consentendo, potrei somigliare a Berlusconi – mi consentano i dirigenti del Partito democratico, quelli delle altre forze di sinistra e dei Cinque stelle di suggerire loro di non far nulla in vista delle elezioni di Palermo e di quelle regionali.

Naturalmente, in punta di ironia, dico loro che se scendono in competizione, probabilmente finiscono per litigare e complicare il discorso. Lascino fare alla destra, ché da lì potrebbe venire un regalo che per la verità non si può dire più inatteso. Stare fermi, individuare buoni candidati, condurre la campagna elettorale con moderazione, evitare di impelagarsi nella predisposizione di un progetto per il governo della città e della Regione, un impegno culturale e politico talmente oneroso da restare lontano dalla capacità dei partiti attuali, e intanto rimanere a guardare. I dilettanti allo sbaraglio dell’altra parte lavorano con impegno e con apprezzabili risultati per ridurre la loro credibilità e le loro prospettive di successo che, sulla carta, potrebbero apparire probabili.

È in difficoltà Orlando? Ci sono i morti insepolti? La “munnizza” rende maleodoranti le strade della città? L’amministrazione comunale mostra evidenti segni di stanchezza e dà prove di inefficienza? Diamogli una mano, a lui e alla coalizione che lo vedrebbe dentro. Dimostriamo di essere forti in Consiglio, sparando le nostre cartucce. Bocciamo il tram. Se poi, insieme ad Orlando, colpiamo gli interessi della città, il problema non è messo nel conto.

Chi è stato per anni a favore del tram in via Libertà ora vota contro, anche perché, dichiara un consigliere di Forza Italia, sul suo convincimento prevalgono la fedeltà allo schieramento e il calcolo delle convenienze. Chi è stato sempre contro si astiene. Tutto è giocato sulla piccola politica in vista delle elezioni. E se il calcolo risultasse sbagliato? Se la gente si accorgesse che Orlando, dopo una partita durata quasi trent’anni, è un po’ acciaccato e capisse che i suoi avversari lo sono già quando ancora fanno il riscaldamento a bordo campo?

Per le elezioni regionali lo schema può essere analogo. Il centro sinistra stia a guardare l’eterna disfida tra Musumeci e Miccichè, la competizione tra le forze della destra per prendere il palio di Palazzo d’Orléans. Anche in vista di questa scadenza, al netto di proposte per risollevare la Regione dal fondo nel quale è precipitata, bisogna fare melina. La discesa verso il fondo per la verità è iniziata da tempo e Musumeci lo ha più volte denunciato. Non gli è rimasto, purtroppo, il tempo per attivare la risalita. La sinistra deve giocare in difesa e aspettare l’autogol degli avversari. Del resto è già successo che la destra abbia regalato la guida della Regione ai suoi avversari. Se capitasse ancora una volta, c’è da sperare che a raccogliere il dono non ci fosse un altro Crocetta.

Forse però la sinistra non deve restare del tutto inerte mentre si svolge lo spettacolo. Dovrebbe organizzare una claque numerosa per i concerti di Cateno De Luca e fargli credere che come cantautore è più bravo di Fabrizio De Andrè e di Franco Battiato.

Le elezioni si vincono in molti modi. Con i programmi validi, con la credibilità dei partiti, con la promessa di un milione di posti di lavoro e anche con l’aiuto degli avversari. Importante in fondo è vincere, ché poi non c’è neppure la necessità di ringraziare.