È stato per decenni il simbolo dell’estate mondelliana. Un’icona nei ricordi di chi, notti su notti, ha ammirato anteprime e prime visioni di film sotto le stelle. Oggi riapre l’arena La Sirenetta e riapre grazie al contributo di Manifesta, la biennale internazionale di arte contemporanea che sta tirando a lucido Palermo tra mostre, installazioni, ma soprattutto riaperture storiche. Il cinema en plain air era chiuso dal 2006. Dodici anni per conservare soltanto nella memoria collettiva un luogo che è stato ritrovo per i palermitani, ma anche meraviglia per i tanti turisti che a Mondello hanno trovato casa durante le proprie vacanze.

Un programma fitto, da luglio in poi, che offre non semplici proiezioni ma quelli che sono i temi cardine della biennale nomade in chiave cinematografica. Film e documentari che arricchiscono la narrativa generale del progetto “Il giardino planetario” firmato Manifesta. Taglio del nastro venerdì 20 luglio con “Terra di Nessuno”, una video performance del duo Masbedo e la proiezione dell’omonimo film di Mario Baffico che, proprio in Sicilia, è stato proiettato per la prima volta. Forti contenuti sociali, dallo scontro tra contadini e latifondisti fino a un’ansia rivoluzionaria di giustizia sociale, di fedeltà all’utopia e per l’epoca decisamente “sovversivi”, sono il filo conduttore della pellicola che, quando uscì, attirò sin da subito la censura del regime fascista. Questo causò rallentamenti e intoppi nella produzione fino alla sparizione del film, che nell’immediato secondo dopoguerra risultava definitivamente perduto. Perduto almeno fino ad oggi che rivivrà proprio nel giorno della grande riapertura dell’arena.

Il grande edificio di cui fa parte la storica arena, fu realizzato da un imprenditore che in quegli anni dirigeva un locale, il Bar Alba, appena dall’altra parte della strada. La Sirenetta fu un’operazione di successo firmata Renato Amorosi che, prestissimo, trasformò quel posto in un palcoscenico capace di attrarre a sé star dall’eco internazionale come Enrico Carosone. Si è ballato fino a tarda notte tra champagne e musica anni Settanta fino ad un certo punto perché, sebbene i tentativi di mantenerne alto il nome, alla fine naufragò. Fu la società Italo Belga a riprenderne in mano le redini, tra alti e bassi. Fino ad oggi che, La Sirenetta, rivive a pieno titolo, con tutte le sue energie, promettendo di segnare ancora il cuore di una – nuova – generazione cresciuta a suon di amarcord.