La Sicilia torna in zona “bianca” da sabato, con due giorni in anticipo. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, presentando in conferenza stampa il nuovo bollettino settimanale sull’andamento della pandemia nell’Isola. Verrà meno l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto. Mentre nei ristoranti, all’esterno, cade l’obbligo dei quattro commensali. L’esponente della giunta Musumeci, poi, è passato al contrattacco: “I profeti di sventura che dicevano che la zona gialla avrebbero fatto perdere punti di Pil alla Sicilia, hanno almeno il pudore del silenzio? Abbiamo affrontato in maniera adeguata tutto quello che si doveva fare. L’ho detto all’inizio e lo sottolineo: sarebbe bello sganciare l’epidemia e la polemica politica”.

Tuttavia la Sicilia è ancora alle prese con le difficoltà della campagna vaccinale. Dal 17 settembre, con l’avvio del nuovo step, sono state somministrate soltanto 4.500 terze dosi nei confronti di pazienti fragili e ultraottantenni, mentre non sono partite le convocazioni per il personale sanitario. Una larga fetta di medici e infermieri ha già abbondantemente superato i 6 mesi di copertura garantiti dalla doppia dose del vaccino, e da parte del commissario nazionale anti-Covid, gen. Paolo Figliuolo, il via libera c’è già stato. “Aspettiamo un paio di chiarimenti all’ultima circolare nazionale, per capire se aprire subito a tutti o a chi è considerato più a rischio per età e patologia”, spiegano dalla task force regionale sui vaccini.

Ma è proprio la scarsa capacità di 21 comuni del Messinese che, nel giro di un paio di settimane, potrebbe farli precipitare in zona rossa. Il commissario straordinario dell’Asp, Bernardo Alagna, ha avvertito che “il 15 ottobre non è solo il giorno dell’entrata in vigore del Green Pass obbligatorio al lavoro, ma anche quello in cui la Regione valuterà provincia per provincia il raggiungimento del 75 per cento di copertura”. Nei Comuni che stanno al di sotto della soglia, qualora i contagi sforassero i 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti, scatterà la zona rossa (da ieri sono in prima linea anche i farmacisti). Per il momento l’unico centro rimasto in “zona arancione” è Francofonte, in provincia di Siracusa, dove le restrizioni sono state prorogate fino al 13 ottobre.

Resta aperto il fronte di guerra fra la Regione e i medici di famiglia. Dopo le ultime invettive di Musumeci, che li ha ritenuti fra i responsabili del ritorno in zona gialla, la Federazione italiana dei medici di medicina generale ha replicato con vigore: “Non siamo noi al governo di una Regione che per mesi è rimasta senza assessore e senza direttore dell’assessorato, a seguito dell’inchiesta della magistratura. Abbiamo vaccinato 400mila persone ma ci avete fatto partire in ritardo”, è il contenuto della lettera indirizzata al presidente Musumeci, all’assessore Razza, alla commissione Bilancio e al presidente dell’Assemblea regionale, Gianfranco Miccichè.  Lo stesso Razza, insieme al direttore del Dasoe, Francesco Bevere, interverrà questa mattina in conferenza stampa per presentare il “Bollettino settimanale sui dati epidemiologici e vaccinali” nell’ambito delle attività di sorveglianza dell’epidemia Covid-19 in Sicilia.