Non le è bastato essere testimone di giustizia, aver “congelato” il proprio nome, mascherato il proprio viso, e starsene rinchiusa per anni in una località segreta, lontana da quella Partanna che con le sue dichiarazioni aveva messo sottosopra: a Piera Aiello, deputata del Movimento 5 Stelle, è stato impedito di partecipare al corteo organizzato per il 41° anniversario della morte di Peppino Impastato. E’ stata allontana assieme ai colleghi Mario Giarrusso e Roberta Schillaci, entrambi del M5S, perché “non è ammissibile che chi sta al governo coi fascisti partecipi a un corteo antifascista”. Lo ha detto Giovanni Impastato, fratello di Peppino, che ha aggiunto: “Piera Aiello non dovrebbe farsi strumentalizzare da questi farabutti”. La colpa della Aiello sono le persone con cui condivide l’esperienza di governo. A partire da quel Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che lo scorso 25 aprile, nel giorno più antifascista di tutti, aveva deciso di scendere a Corleone per inaugurare un commissariato di Polizia, cancellando gli appuntamenti ufficiali della Liberazione. “Le scelte politiche di Piera Aiello e la mancanza di qualsiasi presa di posizione nei confronti di scelte governative o di Salvini – ha detto Umberto Santino, presidente del centro Impastato – sono in piena contraddizione con le idee e con le pratiche di Peppino Impastato”. Altro elemento che non è sfuggito ai più, la Aiello e i suoi compagni di Movimento si erano presentati al corteo di Cinisi con una troupe di giornalisti al seguito, un codazzo che molti hanno ritenuto inappropriato: “Stanno facendo un documentario sulla mia vita – si era giustificata la Aiello –  e volevano far vedere e far toccare con mano al popolo francese che la Sicilia non è quella del film “Il Padrino”, ma è quella che si ribella”. Strada sbarrata anche a loro.